Notizie
Essillux sfiora i 14 miliardi di fatturato e si vanta di un misero +5,5% come se fosse la scoperta del secolo

Nonostante un contesto da prese di giro globale, EssilorLuxottica si vanta di una crescita quanto meno “solida” nelle vendite, chiudendo il primo semestre 2025 con un giro d’affari da 14 miliardi di euro, in aumento del 5,5% sul 2024 (se vi interessa il dato a cambi costanti, parliamo di un più sfacciato 7,3%). Tutte le aree geografiche avrebbero contribuito, e il segmento Direct to Consumer addirittura supera il più “professionale” settore delle soluzioni ottiche tradizionali. Davvero una favola da raccontare quando tutto intorno sembra ballare.
Francesco Milleri, numero uno di EssilorLuxottica, insieme al suo vice Paul du Saillant, non risparmiano i loro toni trionfalistici: “Abbiamo chiuso un primo semestre solido (…) in linea con gli obiettivi a lungo termine”. Per loro siamo alle soglie di una rivoluzione del settore occhiali, con la promessa che l’intelligenza artificiale, la sensoristica, e soluzioni medicali digitali trasformeranno finalmente questi accessori in piattaforme tecnologiche che spalancheranno “nuove possibilità” e aiuteranno ognuno a “esprimere il proprio potenziale”. Se non emozionarsi…
Straordinariamente, i “gioielli” dell’innovazione sono già qui: i fortunatissimi Ray-Ban Meta, i “miracolosi” Performance AI glasses Oakley Meta e i poco noti (ma da guardare con ammirazione) occhiali Nuance Audio. Una trilogia che segna una “nuova frontiera”, almeno secondo il consigliere di turno.
Se invece vogliamo parlare numeri freddi, l’utile operativo adjusted si attesta a 2,532 miliardi di euro, migliorando del 4,1% a cambi correnti. L’utile netto adjusted non è da meno, con 1,799 miliardi, +3,1%. Il libero flusso di cassa consolidato si ferma a 951 milioni, mentre la disponibilità liquida del gruppo tocca i 2,79 miliardi. Tutto va bene fino a quando non si guarda all’indebitamento netto, che cresce fino a 11,26 miliardi, passività per leasing comprese: insomma, un debito che fa sembrare il mutuo di casa quasi una bazzecola, passando dai 9,76 miliardi di fine giugno 2024.
Ma procediamo con ordine: nel secondo trimestre, la crescita del fatturato è rimasta magicamente la stessa del primo trimestre, ovvero un robusto +7,3% a cambi costanti (che si traduce in un più modesto +3,2% a cambi correnti, grazie alla tanto amata svalutazione del dollaro). Il margine operativo adjusted si mantiene stabile al 18,3% dei ricavi, il che sarebbe un ottimo risultato se non fosse per l’incursione degli odiati dazi sulle importazioni made in USA che, evidentemente, non bastano a rovinare la festa.
Crescita geografica tutta rose e fiori (o quasi)
Nel dettaglio, tutti i mercati globali avrebbero messo la mano nella cassa per allungare la crescita del gruppo, con l’effetto delle acquisizioni che brilla soprattutto nel segmento Direct to Consumer in Asia e Stati Uniti. Il Nord America fila liscio come l’olio con un aumento del 5,5% a cambi costanti, dove il comparto Professional Solutions accelera e la divisione Direct to Consumer fa i numeri grazie anche a negozi e-commerce allargati, con l’immancabile apporto dei punti vendita Supreme.
Il vero exploit arriva però dall’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), che sforna un aumento del fatturato del 9,1% a cambi costanti, spinta da entrambi i segmenti, con Professional Solutions in crescita “high-single digit” e Direct to Consumer che vola addirittura a “double digit”. Dite che c’è una qualche contraddizione tra crescita e crisi economica? Non fateci caso, è un dettaglio.
Infine l’Asia-Pacifico si aggiudica un 7,8% a cambi costanti, soffrendo però un lieve rallentamento in Cina nel segmento Professional Solutions – ma niente paura, il resto del misterioso mercato asiatico pare compensare senza batter ciglio.