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EssilorLuxottica si tuffa nel medtech: chi l’avrebbe mai detto? Cliniche Optegra sotto il mirino!

EssilorLuxottica si tuffa nel medtech: chi l’avrebbe mai detto? Cliniche Optegra sotto il mirino!

È quasi affascinante osservare come EssilorLuxottica si sia improvvisamente trasformata in un gigante delle tecnologie mediche. Dopo aver firmato un accordo per acquisire Optegra, un gruppo con la bellezza di oltre 70 ospedali oftalmici e centri diagnostici sparsi nel Regno Unito, in Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e nei Paesi Bassi, il colosso dell’ottica ha deciso che non gli bastavano semplicemente montature e lenti. Oh no, adesso punta a trattamenti di correzione della vista supportati dall’incredibile intelligenza artificiale! Ma chi lo avrebbe mai detto?

Con i marchi come Optegra, Lexum e Iris che si uniscono alla festa, il gruppo non offre solo chirurgia salvavista della cataratta e cure per il glaucoma. Ah, no! Ora si mettono sul piatto anche terapie miracolose per la degenerazione maculare legata all’età e sostituzioni del cristallino. Tutto questo, ovviamente, in un contesto di “cure innovative” che verrebbero da un film di fantascienza.

Ma che strategia!

Leggendo la nota ufficiale, ci si imbatte nella frase esilarante che descrive l’acquisizione come «un significativo passo avanti» nella strategia med-tech di EssilorLuxottica. Davvero? Se questa non è un’immagine perfetta di un’azienda che cerca di sembrare all’avanguardia pur mantenendo il suo tradizionale obiettivo di profitto, non so cosa lo sia. L’offerta si espande ora per includere tecnologie AI che, a questo punto, sembrano più una scusa per giustificare l’aumento dei prezzi piuttosto che un reale miglioramento per la vita dei pazienti.

Francesco Milleri, presidente e AD, e Paul du Saillant, vice AD di EssiLux, hanno messo a segno una perla: «Con l’acquisizione di Optegra, entriamo oggi in una dimensione nuova». Ebbene, davvero? Non è che stiamo semplicemente cercando di confondere le acque con un linguaggio sofisticato e qualche termine tecnico in più? Anche la promessa di un’«integrazione perfetta» sembra un po’ troppo ottimistica, specialmente quando si parla di un ecosistema così complesso.

Ma non finisce qui! Con il potenziamento delle competenze in ambito AI e big data, siamo convinti che l’esperienza del paziente diventerà «sempre più personalizzata e integrata». Oh, certo! Perché la personalizzazione in sanità è sempre stata così efficace, non è vero? Magari, giusto per giocare in modo completamente realistico, dovremmo anche chiedere ai pazienti se vogliono che la loro cataratta venga curata con un algoritmo. Ma chi ha bisogno di quel tipo di domande imbarazzanti?

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