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Estate nei parchi divertimento: un flop estivo che nessuno si aspettava (forse)

Settembre è arrivato e, puntuali come il maltempo a Ferragosto, ecco i bilanci sui parchi divertimento italiani: nulla di nuovo sotto il sole, ma quantomeno qualche numerino da strapparsi i capelli. Il presidente di AssoParchi, Luciano Pareschi, ci delizia con la sua previsione spumeggiante: dopo una stagione non priva di capricci climatici, soprattutto al Nord, pare che il settore chiuderà il 2024 con una crescita tra il 3 e il 5%. Una bazzecola, considerando l’eterna crisi di tanti altri comparti turistici.
Insomma, i parchi di divertimento italiani si confermano quei miracoli economici che trasformano una semplice giornata di svago in un motore che moltiplica per 8 o 10 volte il proprio fatturato nel territorio circostante. Non male per un’attività che, evidentemente, il pubblico continua ad amare nonostante prezzi contenuti e innovazioni continue.
Pareschi insiste sulla qualità, perché non è da tutti: “Gli ospiti apprezzano la qualità dell’offerta e lo sforzo innovativo, supportato da investimenti che solo per il 2025 toccano i 220 milioni di euro”. Insomma, non stiamo parlando di risparmiatori o dilettanti, ma di chi investe per non annoiarsi.
Il nostro amico Pareschi spera dunque in una collaborazione istituzioni-imprese che continui a coccolare quest’area di “eccellenza”, specie quando altri settori turistici arrancano miseramente. Un elogio, certo, ma anche un invito a non far cadere nel vuoto una macchina che sembra inevitabilmente vincente per il turismo locale e nazionale.
Un pizzico di realismo arriva dal direttore di AssoParchi, Maurizio Crisanti, che ricorda come, nonostante investimenti colossali, i parchi italiani mantengano prezzi a misura di portafoglio. Tradotto: niente rincari folli per svuotare i conti degli italiani. Anzi, i biglietti qui costano fino al 60% meno rispetto ai colossi tematici europei e, se proprio vogliamo essere onesti, la pagliacciata dei prezzi americani è un altro pianeta.
D’altra parte, chi vuole risparmiare può facilmente accedere alle riduzioni online, dove spesso il biglietto costa oltre il 30% in meno rispetto alle casse fisiche. E non si dimenticano delle famiglie: i bimbi sotto i 90–100 cm entrano gratis, per tenere allegri i portafogli dei genitori.
Ma se dietro tutto questo ci fosse anche un briciolo di lungimiranza? Pareschi suggerisce che la vera forza dei parchi è il loro sapersi adattare ai mutamenti sociali e ai gusti del pubblico, sempre più esigente e mutevole. Magari è proprio questo che distingue i parchi da quei comparti turistici che arrancano, incapaci di star dietro alle nuove mode della villeggiatura e del tempo libero.
Il successo di Mirabilandia tra numeri e strategie
E se parliamo di successi, vale la pena soffermarsi su Mirabilandia, dove la direttrice generale Sabrina Mangia racconta un fenomeno tutto italiano con un pizzico di orgoglio: più visitatori stranieri del solito. Non un’idea male, in tempi in cui molti vanno all’estero a cercare divertimento, quasi come se in patria non trovassero nulla di interessante.