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eToro fa il suo ingresso trionfale sul Nasdaq, come se avesse qualcosa di interessante da dire

eToro fa il suo ingresso trionfale sul Nasdaq, come se avesse qualcosa di interessante da dire

Incredibile, vero? Un’azienda tech che festeggia i suoi 18 anni conclude il suo viaggio con un bel debutto al Nasdaq. È proprio così che inizia il racconto di Yoni Assia, il ceo e co-fondatore di eToro, una delle piattaforme di trading e cripto asset più rinomate d’Europa. Chissà se anche i suoi genitori sono orgogliosi, visto che a soli 25 anni ha deciso di fondare questa meraviglia, ereditando una passione per la finanza innovativa che, a quanto pare, scorre nel suo sangue. D’altronde, il papà ha un curriculum da favola, avendo fondato start-up come Magic e Aladdin, e il nonno? Beh, ha fondato una banca (iniziamo a sentirci poco originali).

«Siamo una società nata in Europa, la maggior parte dei nostri clienti è europea e l’Italia è uno dei fiore all’occhiello» – afferma Assia, con il suo inconfondibile ottimismo. Certo, non dimentica di sottolineare che si trasferiranno anche negli USA, perché si sa, c’è sempre spazio per nuovi amici – o meglio, nuovi clienti. E quale palcoscenico migliore del Nasdaq per una tech company, giusto? La loro missione, tanto per non perdere di vista il sogno americano, rimane quella di tenere la piattaforma sempre all’avanguardia. Novità in arrivo, preparatevi.

Secondo i dati che ovviamente presentano la compagnia sotto una luce estremamente positiva, la media d’età dei clienti europei è di 37 anni, con un investimento medio di 5.000 dollari. Ma chi non ambisce a diventare un cliente “Diamond”, con un portafoglio che si aggira intorno ai 500.000 dollari? E non ci fermiamo qui, perché eToro ha in mente di far felici i suoi clienti permettendo loro di investire non solo nei mercati statunitensi, ma anche in quelli asiatici e del Medio Oriente. Un accordo con l’Hong Kong Exchange e l’Abu Dhabi Exchange? Ma che genialità!

Su due milioni di clienti, solo il 5% è in Italia. Ma l’importante è la qualità, non la quantità, giusto? E ora parliamo di numeri, che a loro piacciono tanto. Con un prezzo fissato a 52 dollari per azione, la piattaforma ha fatto cifre da capogiro, raccogliendo 620 milioni di dollari. Ma non fermiamoci qui, perché oltre 11,92 milioni di azioni sono state vendute con il ticker ETOR. È un vero affare, soprattutto se consideriamo che hanno offerto ai sottoscrittori un’opzione per acquistare ulteriori 1.788.452 azioni. Chiaramente, i profitti nel 2024 ammontano a 304 milioni di dollari – un vero colpaccio, se paragonato ai 117 milioni del 2023. Ma chi non vorrebbe vantarsi di crescite di questo tipo?

Come ogni storia avvincente, eToro si definisce una società “ibrida”, dove i servizi crypto sono solo una piccola parte dell’enorme offerta disponibile. In sostanza, non è solo una moda passeggera. D’altra parte, la competizione è agguerrita con nomi illustri come Coinbase, quotata nel 2021, e Robinhood, che ha visto le sue azioni schizzare oltre il 67% da inizio 2025. In un mondo in cui chi non è innovativo è destinato a morire, i lead book-running manager dell’offerta sono niente meno che Goldman Sachs & Co. LLC, Jefferies, UBS Investment Bank e Citigroup. Giusto per assicurarsi che tutto vada secondo i piani, ovviamente.

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