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Europa parte bene, ma euro perde terreno: il dollaro ringrazia scendendo a 1,16

Le borse europee si preparano a un’apertura brillante, con gli occhi ancora incollati al teatrino dei dazi commerciali. Nel frattempo, i diplomatici corrono contro il tempo per un patto fra Stati Uniti e Unione Europea che inchiodi la controversia tariffaria entro il primo agosto. Sorprendentemente, l’incubo di tariffe sui farmaci e semiconduttori pende ancora come una spada di Damocle, pronta a colpire da inizio mese. Così, i future sull’Euro Stoxx guadagnano lo 0,9%. Milano risale dell’1,5%, Parigi dell’1% e Francoforte dello 0,77%, ovvero qualche decimale di felicità per gli investitori speranzosi.

Da oltreoceano, l’attenzione si sposta sui numeri delle vendite al dettaglio di giugno e sui sussidi di disoccupazione, pronti a svelare lo stato di salute dell’economia americana. Nel frattempo, Donald Trump – nel suo solito stile da giocoliere della notizia – ha stroncato con un secco no le chiacchiere di corridoio secondo cui volesse licenziare Jerome Powell, presidente della Federal Reserve. Ha detto chiaro e tondo: “Le voci su un licenziamento di Powell sono false”, aggiungendo un iperprobabile “non ho intenzione di fare nulla” per farlo fuori. Quel “altamente improbabile” fa persino sembrare questo scenario un fumetto. La borsa americana ha tirato un sospiro di sollievo e chiuso positiva, già intenta a scrutare con avidità i risultati trimestrali, ormai nel vivo.

L’Asia, invece, fa la modesta, con il Nikkei che si limita a uno 0,44% di guadagno mattutino, come se non volesse esagerare.

Milano, per la sua parte, resta ombelicale al settore bancario, con la saga dell’offerta Unicredit su Banco BPM che si fa sempre più avvincente. Si vocifera che il CEO di Piazza Gae Aulenti stia tramando un rinvio di due settimane sulla parola data, forse per preparare qualche colpo di scena degno di un thriller finanziario.

Sullo sfondo valutario, l’euro si riprende e si sistema a 1,16 dollari dopo il acceso flirt con 1,17 dollari di ieri; il dollaro-yen invece si mostra vivace a 148,63. Il Bitcoin con il suo fantasia +0,16% si prende la scena a 118.471 dollari, mentre il petrolio si muove in punta di piedi con il Brent a 68,76 dollari e il WTI a 66,70. L’oro perde un po’ di smalto a 3.333 dollari l’oncia, mentre il gas fa il contrario aumentando dello 0,8% fino a 35,1 euro al megawattora.

Le borse asiatiche: prudenza nel backstage

Le azioni asiatiche preferiscono tenersi basse e prudenti, chiudendo ieri 16 luglio perlopiù in rosso dopo il fulmine a ciel sereno lanciato da Donald Trump: un aumento del 19% dei dazi sulle esportazioni indonesiane, parte di un patto bilaterale che sembra più una partita a scacchi truccata. Da una parte, l’Indonesia ha eliminato i dazi su prodotti statunitensi e si è impegnata a spendere miliardi per conservare l’accesso al suo secondo mercato di esportazione; dall’altra, gli analisti sussurrano che l’accordo penda così tanto a favore degli Stati Uniti da sembrar quasi un capolavoro di compromessi sbilanciati.

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