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Evasometro 2025: un nuovo gioco da ridere per spiarci tutti. Chi sarà il bastian contrario?

Finalmente un po’ di chiarezza nel turbinio dell’evasione fiscale! La Guardia di Finanza, insieme all’onnipresente Agenzia delle Entrate, ha deciso di svelare il suo ultimo artefatto, l’«evasometro». Un nome che evoca quasi un dispositivo futuristico, eppure sembra semplicemente un tentativo di brancolare nel buio delle finanze italiane.

Questo strumento, annunciato trionfalmente in aprile durante un’udienza in Commissione Finanze e Tesoro del Senato, promette di rendere “efficaci” i controlli fiscali. Ma cosa cambierà, ci si chiede, rispetto alle regole che conosciamo? Attualmente, l’evasometro non è ancora operante, ma fa parte di una serie di «strategie innovative». Che tradotto significa: stiamo ancora cercando di capire come far funzionare il tutto.

Insomma, l’idea è quella di utilizzare i dati delle amministrazioni pubbliche, dati che, per inciso, sono già abbondantemente accumulati nel corso degli anni. Ma chi lo avrebbe mai detto? Un sistema che si basa sull’analisi di dati già esistenti per combattere evasione fiscale! Davvero una novità esplosiva.

La Guardia di Finanza fa sul serio. Hanno anche introdotto l’Unità Integrata Permanente di Analisi del Rischio (UIPAR), perché evidentemente l’evasione fiscale era un hobby con cui tutti potevano divertirsi. Grazie a questa unità, ci si propone di stanare contribuenti con debiti elevati e, sorpresa sorpresa, anche con soldi depositati all’estero.

L’evasometro, si badi bene, non si limiterà a scovare solo conti esteri, ma punterà anche sui documenti “nazionali”. Le statistiche di questo nuovo strumento si incroceranno con l’Archivio dei rapporti finanziari, dove i saldi e i movimenti sono tenuti sotto controllo come se fossero segreti di Stato. E qui la Guardia di Finanza chiede di rendere più snella la comunicazione. Già oggi le informazioni dai finanziatori sono una mera formalità annuale, quando in realtà un ping mensile sarebbe l’ideale per avere aggiornamenti freschi come una brioche.

Dopo tutta questa premessa da grande evento, ora è il momento di introdurre l’«anonimometro». Sì, perché se non fosse stato chiaro, stiamo parlando di uno strumento già operativo da quest’anno, che, come suggerisce il nome, permette di effettuare analisi senza rivelare l’identità dei contribuenti (che gentilezza!). Questo strumento confronta i dati bancari con altro materiale già disponibile per il Fisco. Ecco a voi un algoritmo che gira tra le 200 banche dati, un vero e proprio poliziotto dei conti correnti!

Se ci sono delle discrepanze tra redditi e spese, beh, preparatevi perché le verifiche fiscali saranno l’inevitabile consequenza. E non dimentichiamoci del “redditometro”, che pur avendo subito un alleggerimento nel 2024, continua a essere un fedele compagno del Fisco nell’analizzare il tenore di vita dei contribuenti. La domanda è: chi stabilisce cosa è un tenore di vita dignitoso?

In conclusione, l’obiettivo principale di ogni intento, anche di questo evasometro, è ottimizzare le operazioni di scoperta di irregolarità fiscali. Sebbene sia un bel giocattolo, ci si chiede se alla fine servirà a qualcosa oltre che a mostrare la capacità incredibile di creare nuovi strumenti paradossali nel tentativo di combattere quello che è, in fondo, un problema sistemico e profondamente radicato.

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