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Fiducia da ricostruire: Sangalli propone tagli fiscali e nuovi incentivi

Le previsioni di crescita dell’Italia per il 2025 sono da brivido: solo un misero 0,6%. E per i due anni successivi, la situazione non migliora di molto, arrivando a un 0,8%. Chiaramente, c’è bisogno di dare slancio a riforme e investimenti per rafforzare il potenziale di sviluppo e migliorare i conti pubblici. Ma, giusto per rendere le cose più interessanti, è “imprescindibile” razionalizzare la spesa pubblica e far emergere nuova base imponibile. Certo, sembra una strategia da drago da combattere, ma ecco la chicca: tutto questo passa attraverso la strutturazione di incentivi che dovrebbero stimolare occupazione e produttività. E chi lo dice? Un certo Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, alla guida della confederazione che festeggia ben 80 anni quest’anno. Davvero impressionante, non credete?
La fiducia: un concetto in via d’estinzione?
Nell’attuale contesto economico fragile, aggravato dalle minacce dei dazi americani, il presidente ha il coraggio di affermare che “la fiducia è l’ingrediente fondamentale” per rilanciare i consumi. Ma come? Con urgenza, ha chiosato, servono “negoziazione, dialogo, compensazioni”. Come se tutto questo non fosse già un’utopia! In apertura del 24esimo Forum Confcommercio-Ambrosetti a Roma, Sangalli stima che per il 2025 il PIL crescerà solo 0,8% e i consumi dell’1,2%. Ma attenzione: non torneremo ai livelli del 2007 nemmeno nel prossimo anno. Incredibile, no? Come possiamo approvare un futuro con tali previsioni?
I sogni di riduzione fiscale: solamente un miraggio
Sangalli insiste che bisogna rimettere al centro dell’agenda di Governo la “riduzione delle imposte per il ceto produttivo”, e lo deve fare “adesso”. Ah, il tempismo! Come se l’idea di ridurre le tasse non fosse stata una promessa sbandierata a destra e a manca, ormai da anni. E intanto, il clima di incertezza aumenta, con la situazione globale che si complica a causa dei dazi americani. La parziale marcia indietro dell’amministrazione americana viene vista come una bella notizia. Ma chi crede in queste oscillazioni di politica economica? Non sono segno di una strategia solida, ma di continua instabilità e confusione.
La realtà supera sempre la fantasia
Se l’economia dell’Europa ha già risentito di tali manovre, possiamo solo chiederci: esiste davvero un piano concreto? Il “Documento di finanza pubblica” varato dal Governo è definito da Sangalli come “un passaggio cruciale”, ma cruciale in che senso? La verità è che ci si illude che i rimedi per la crescita possano venire da chi finora ha solo proposto palliativi. Ecco quindi che non possiamo far altro che auspicare un giorno in cui le promesse politiche si trasformino in azioni tangibili e non in meri proclami. Ma chissà se e quando accadrà. Siamo ancora in attesa… con un sorriso amaro.