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Finalmente la super diga di 170 metri che inghiotte 25.000 operai ma non dimentica la mensa per l’injera

Finalmente la super diga di 170 metri che inghiotte 25.000 operai ma non dimentica la mensa per l’injera

L’epico sforzo per costruire la diga (e il curriculum da aggiornare)

Doveva essere la diga del secolo, ed effettivamente qualcosa di monumentale l’hanno fatto: la Grand Ethiopian Renaissance Dam (per gli amici GERD) è finalmente pronta. Costruita da Webuild (quelli delle grandi opere che “non si fermano mai”), la diga è alta quanto un palazzo di 50 piani, lunga quasi 2 km, e pesa più del curriculum di chi ha firmato il progetto. È il più grande impianto idroelettrico mai realizzato in Africa, e a sentir loro, produce quanto tre centrali nucleari – ma senza tute bianche e uranio.

Cifre da Guinness, entusiasmo da brochure

Con oltre 5.000 MW di potenza installata, 15.700 GWh annui e un bacino da 74 miliardi di metri cubi d’acqua, GERD è il sogno bagnato di ogni ingegnere idraulico. Webuild si autoproclama regina dell’ingegneria sostenibile, e non perde occasione per ribadirlo: la diga è in calcestruzzo rullato, ha battuto record di posa (23.000 metri cubi in 24 ore!), e ha persino un ospedalescuole e impianti sportivi dentro al cantiere. Insomma, mancava solo il centro commerciale e poi avevamo la Las Vegas dell’Etiopia.

Tutti felici e contenti (almeno fino alla prossima stagione delle piogge)

All’inaugurazione: il Primo Ministro etiopePietro Salini (AD Webuild) e una sfilata di leader africani tutti d’accordo che l’acqua non va sprecata, ma nemmeno regalata. Un progetto di unità e crescita, dicono. E via con le strette di mano, i sorrisi fotogenici, e il solito discorso su transizione energeticasviluppo sostenibilePiano Mattei e bla bla bla. Intanto, però, GERD ha causato tensioni internazionali con Egitto e Sudan, ma tranquilli: nei comunicati ufficiali non esiste il problema.

La diga che genera energia… e slide PowerPoint

Nel frattempo, Webuild si gode i riflettori: “siamo in Etiopia da 70 anni”, “abbiamo già fatto 318 dighe”, “contribuiamo a salvare il pianeta da 13 milioni di tonnellate di CO2”. E poi: la diga di Gibe III, quella di Koysha, l’ospedale di Monopoli-Fasano e pure un tratto dell’Interstate 275 in Florida (perché le dighe non bastano mai). Se avete bisogno di un ponte, una galleria o una diga su Marte, sapete chi chiamare.

Consiglio (ironico) della redazione

Se vi capita di passare vicino alla GERD, portatevi gli occhiali da sole: non per il sole africano, ma per i riflessi del cemento rullato. E se vi offrono dell’injera, mangiatela: almeno quella non ha bisogno di certificazione ISO.

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