Notizie

Finalmente servizi che vanno veloci: la ricetta magica tra intelligenza artificiale e trasparenza (o almeno così dicono)

Chi ha detto che un ente pubblico non possa diventare un modello di efficienza, innovazione e trasparenza? A quanto pare Gabriele Fava, presidente dell’Inps, ne è convinto e non perde occasione per confessare le ambizioni dell’istituto in un quadro quasi fiabesco, presentando il suo XXIV Rapporto annuale come il manifesto della nuova era – o almeno così ci racconta.

Secondo lui, la strategia è chiarissima: puntare su tre assi portanti che suonano quasi come slogan da spot pubblicitario. Prima di tutto, “efficienza misurabile”, che tradotto suona come servizi più veloci, a portata di mano e – ovviamente – giusti, perché mica vorremmo qualche cliente scontento. Poi, “innovazione concreta”, ovvero intelligenza artificiale, big data e interoperabilità messi al servizio dei poveri umani, mai troppo tecnologici per digerire tutto questo. Infine, “trasparenza totale”, bandiera agitata con orgoglio, perché alla fine la fiducia è il bene più prezioso, e come si fa a dormire tranquilli senza di essa?

Ma non è solo questione di organizzazione, ci tiene a sottolineare il presidente: l’Inps del 2025 vuole farsi “istituzione-generatrice di fiducia”, quella fonte inesauribile di ponti tra ciò che siamo oggi e la brillante utopia di ciò che potremmo diventare. Molto poetico, vero?

Sulla solidità del sistema pensionistico, Fava non ha dubbi: bastano le cifre per rassicurare i più scettici. Circa 16,3 milioni di persone ricevono una pensione (e non immaginiamo nessuno in fila alla porta), con il 96% di loro che ha usufruito almeno una volta di una prestazione Inps. Importo medio lordo mensile? 1.861 euro, in aumento del 4,4% grazie a quel gioiellino chiamato perequazione automatica, ovvero l’inflazione che ci piace. Il numero dei pensionati è stabile, ma attenzione: nel 2024 l’Inps ha concesso ben 1,57 milioni di nuove prestazioni, segnando un crescita del 4,5%. Le pensioni anticipate scendono (finalmente, qualcuno direbbe), mentre aumentano quelle di vecchiaia e assistenziali, perché qualcuno deve pur farsi carico della solidarietà, o no?

Sulla questione riforme, il presidente traccia un quadro da manuale del perfetto equilibrismo tra rigore e sostenibilità. Negli ultimi decenni, le riforme hanno contenuto la spesa pensionistica sul PIL – definendolo quasi un capolavoro – evitando così “rotture di sostenibilità”. Peccato che il mostro della transizione demografica ci guardi in faccia minaccioso: invecchiamento della forza lavoro e meno 5 milioni di persone in età lavorativa entro il 2040 secondo le previsioni più recenti. Di fronte a questa apocalisse demografica, la soluzione sarebbe una manciata di scelte coraggiose, magari sostenute da un più deciso sostegno alle risorse umane che rendono possibile tutto questo meccanismo. Un manifesto quindi a favore della partecipazione al mercato del lavoro, come se fosse facile convincere tutti a tornare a lavorare con un sorriso.

Nel rapporto con il tessuto produttivo, l’Inps si improvvisa anche protagonista di una trasformazione che suona quasi rivoluzionaria: il nuovo Piano della vigilanza introdotto nel 2024 punta infatti sul controllo ex ante, rinforzato dal famigerato pre-Durc. Non solo, entra in scena anche il cosiddetto Correttivo Ter al Codice della crisi d’impresa, che promette di diventare non un semplice aggiustamento tecnico, ma un atto di “visione”. Tradotto: l’Inps pretende un ruolo attivo nella resilienza delle aziende, favorendo risanamenti invece che mettere subito il cappio con azioni esecutive, per salvare non solo contributi futuri, ma anche posti di lavoro e l’economia nazionale. Insomma, più che ente previdenziale, un vero e proprio investitore sociale.

Il Correttivo Ter diventa così una leva strutturale di politica economica in grado di generare un moltiplicatore sociale e finanziario nel tempo. Qui si sintetizza il perfetto matrimonio tra rigore e intelligenza istituzionale: il welfare non è più un semplice assistenzialismo da conservare, ma un investimento in futuro con tutte le carte in regola.

Non si tratta solo di numeri e formule magiche, ma anche di alleanze istituzionali. L’Inps ha stretto un protocollo con la Corte dei conti per intensificare i controlli contro prestazioni indebite come l’Adi e la Sfl, grazie a un’operazione di squadra che vede in campo la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri. Insomma, chi sperava in qualche aggiramento troppo furbo ha ora un ostacolo in più da superare, perché il teatro della previdenza si fa sempre più rigoroso e attento.

Exit mobile version