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Finalmente un sollievo per chi mette su famiglia e paga badanti: lo sconto spesa che non ti aspetti

Un calo del 16% nei contratti ufficiali dal 2021 al 2024: un vero festival del lavoro in nero sotto il velluto delle badanti in aumento.
Non sorprende più nessuno. Continua la fuga dai contratti regolari: il numero dei rapporti dichiarati all’Inps si è ridotto del 16% in appena tre anni. Nel frattempo, il numero di badanti cresce, ma non per la gioia degli operatori del settore, bensì come triste cartina di tornasole dell’aumento della popolazione anziana e non autosufficiente. Un fenomeno che, a dirla tutta, rivela anche un altro dato scomodo: mentre le badanti ufficialmente contrattualizzate aumentano, tutti gli altri rapporti di lavoro sembrano trasferirsi silenziosamente nel regno sotterraneo del lavoro in nero.
E per quale arcano motivo le badanti sarebbero l’eccezione a questo trend? Ce lo spiega Filippo Breccia Fratadocchi, vicepresidente di Nuova Collaborazione. “Non è facile tenere una badante ‘in nero’, soprattutto quando convive quotidianamente con la famiglia. Questo rende più difficile celare la realtà lavorativa.”
Nel frattempo, le famiglie sono alle prese con spese che, se solo potessero, vorrebbero detrarre o compensare in qualche modo. E qui entra in scena la richiesta, ormai quasi una preghiera laica, rivolta alle istituzioni da Nuova Collaborazione e dalle altre associazioni datoriali firmatarie del contratto collettivo: “Dateci un riconoscimento fiscale più consistente, permettete alla famiglia di scontare la spesa per prendersi cura dei propri cari”.
Traduco per chi ancora ha qualche dubbio: fino a quando le badanti saranno trattate solo come un costo nascosto, il lavoro sommerso continuerà a dominare la scena. E nonostante la crescita delle richieste e dell’offerta di assistenza, la strada verso una regolamentazione seria e un reale supporto fiscale sembra ancora una lunga marcia, fra promesse vaghe e un sistema spesso cieco di fronte all’evidenza demografica che continua a cambiare.