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Firenze si ritrova (perché proprio ci tenevamo) a discutere di economia civile alla sua settima edizione dal 2 al 5 ottobre

Il prossimo Festival Nazionale dell’Economia Civile vuole farci ricordare qualcosa di banale ma dimenticato: saper collaborare, ascoltare e fidarsi l’uno dell’altro non è solo zucchero filato per idealisti, ma la vera sfida del futuro.

Organizzato ormai da sette anni, questo evento si chiama in modo roboante “Democrazia Partecipata. La sfida delle Intelligenze Relazionali”, chiudendo un lungo viaggio triennale dedicato a temi caldi come la democrazia, la partecipazione e la cittadinanza attiva. Insomma, una specie di appello a ripensare l’economia non come fredde cifre e algoritmi, ma come ecosistema umano dove contano davvero le persone e i loro legami sociali.

In quattro giorni di talk, eventi e storie di successo, si ritroveranno un campionario di speaker che sembra quasi una convention del progressive: giovani entusiasti, imprenditori in cerca di senso, attivisti, amministratori pubblici, economisti (e perfino premi Nobel) pronti a insegnarci che lavoro, giustizia sociale, clima e futuro sono ancora temi che scaldano. Il tutto per raccontare come accelerare il definitivo cambio di paradigma economico, quello che tutti dicono di volere ma che nessuno sembra davvero disposto a realizzare.

Ovviamente non poteva mancare la parte scientifica: il Festival ospiterà la presentazione di due ricerche nazionali di gran rilievo. La settima edizione del rapporto sul “Ben Vivere e la Generatività in Italia” – con qualche sorpresa che verrà svelata solo al Festival – e il primo studio nazionale sull’intelligenza artificiale, che indagherà come si costruisce il consenso e come si intreccia con l’intelligenza relazionale. Perché, si sa, nemmeno i computer possono sostituire del tutto quel vecchio e fastidioso gesto di guardarci negli occhi.

Hai un’idea che potrebbe davvero cambiare le cose? Sei una scuola, una startup coraggiosa, un comune ambizioso o una comunità che ha lanciato un progetto con un impatto sociale o ambientale degno di nota? Bene, il Festival lancia anche quest’anno le “call” per scegliere i nuovi Ambasciatori dell’Economia Civile: un’occasione ghiotta per inserirsi in un circuito che venera e promuove le buone pratiche sociali ed economiche, quelle che magari nessuno racconta ma che tengono in piedi la baracca.

Non è tutto: nelle scuole e nelle università sono stati organizzati decine di percorsi formativi che hanno coinvolto oltre 2.500 giovani, educandoli a temi che sembrano suonare ormai come reliquie, tipo economia sociale e civile. Durante il Festival, un hackathon e un confronto pubblico proveranno a sondare le strategie per consentire ai ragazzi di partecipare realmente allo sviluppo locale dei loro territori, come se fosse possibile suonare davvero la chitarra democratica senza stonare.

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