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Fisher svela il mistero: il tesoro europeo da scoprire nel 2025!

In che cosa dovreste investire nel 2025? Ah, la domanda del secolo! Mentre l’anno europeo, come previsto, continua a dipanarsi, l’arte del posizionamento del portafoglio si è rivelata fondamentale per avere successo. Ecco il nostro piano d’attacco.
Per cominciare, è d’obbligo utilizzare un benchmark, un indice ampio che sia ponderato per la capitalizzazione di mercato. Certamente il Ftse MIB fa il suo dovere, anche se, a conti fatti, è un po’ ristretto: solo 40 titoli. Ma chi si accontenta di così poco, giusto? Apostando su benchmark più ampi, come l’MSCI World con i suoi ben 1.300 titoli sparsi su 23 Paesi, si massimizza la diversificazione – e chi non vorrebbe avere una collezione di azioni come un collezionista di figurine? Bisogna però fare attenzione: deviare dal benchmark può offrire opportunità esaltanti, ma anche rischi indecorosi.
Passiamo all’Italia e all’Europa, scena del crimine. L’Italia rappresenta a malapena lo 0,8% della capitalizzazione del mercato mondiale. Ma che bello, vero? E l’Europa? Ah, lei si attesta al 17%! Gli Stati Uniti, ovviamente, si godono il 72%. E il resto del mondo? Principalmente il Giappone, il Canada e l’Australia. Quindi, anche quando l’Europa si erge a guida dei mercati, è imperativo considerare un numero cospicuo di titoli extra-europei, sovraccaricando l’Europa e alleggerendo la presenza negli Stati Uniti. Ma attenzione a non esagerare, mi raccomando!
Scegliere azioni in queste aree geografiche è vitale, eh già! Tra il 2023 e il 2024, gli Stati Uniti hanno preso il volante, tirando il carro dei mercati. E il motivo è semplice: le azioni tecnologiche e quelle “quasi” tecnologiche dei servizi di comunicazione hanno conquistato circa il 40% della capitalizzazione di mercato negli Stati Uniti. Wow, che scoperta! Questi titoli hanno visto una crescita fantastica. Nel frattempo, il settore tecnologico in Europa rappresenta a malapena il 9% del mercato. L’unica azienda tecnologica del Ftse MIB si trova nei Paesi Bassi, e le poche aziende tecnologiche italiane esistenti sono piccole quanto bastano per non far girare la testa a nessuno.
In Europa, il segmento growth è principalmente dominato dalle aziende del lusso, quelle magnifiche dittature imprenditoriali che hanno il loro apice in Italia. Ma anche qui la musica cambia: nel 2024, molte di queste aziende hanno fatto i conti con la dura realtà, quando i consumatori hanno deciso di mettere freni alle spese, creando il tanto amato rallentamento del mercato europeo e italiano. E così, con tutti questi incerti e contraddizioni, ci ritroviamo a navigare in un mare di opportunità, speranze e… benvenuti nel futuro!.