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Ghiacciaio Solda si scioglie a vista d’occhio, ma tranquilli: è solo il cambiamento climatico che fa il suo spettacolo annuale

Il ghiacciaio Solda, nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, continua a scomparire sotto una coperta scura di detriti, arretrando implacabilmente. Nel 2025 ha ceduto altri 26 metri rispetto all’anno precedente, confermando il triste trend medio di un ritiro di 20 metri all’anno almeno dall’Ottocento.
Una volta, nella seconda metà dell’Ottocento, il ghiacciaio arrivava appena sopra il parcheggio della funivia Solda, oggi invece si nasconde quasi esclusivamente nelle alture, ridotto a un’ombra di quello che era.
I dati appena raccolti sul campo dal Servizio Glaciologico CAI Alto Adige (SGAA), con l’insostituibile aiuto di Legambiente e Fondazione Glaciologica Italiana, sono stati presentati a Bolzano. Durante le misurazioni si è osservata una generale instabilità: la morena laterale destra, ad esempio, mostra segni di cedimento legati alla fusione di nuclei di ghiaccio intrappolati nei depositi. A ciò si aggiunge la crescita di detriti che coprono il settore sopra la fronte del ghiacciaio, alimentati da frequenti crolli e colate dal versante destro.
Come ciliegina sulla torta, la salute dei ghiacciai in Alto Adige è in peggioramento pressoché costante. Dal 1997 a oggi, sotto gli occhi di tutti, la loro superficie è quasi dimezzata: da 122,2 chilometri quadrati siamo scesi a soli 72,2. Questo nonostante la pretesa tutela di un territorio che fa dell’immagine ambientale una vetrina internazionale.
Il numero stesso dei ghiacciai è sceso da 234 a 203 in poco più di due decenni, ma qui la storia si fa ancor più paradossale: a fronte di questa perdita, le cosiddette “placche glaciali” sono aumentate, passando da 325 a 729. Tradotto: i ghiacciai si stanno frantumando in pezzi sempre più piccoli, un puzzle che si smonta, simbolo inequivocabile di un’agonia che procede inesorabile e sotto gli occhi di tutti, senza che questa catastrofe paia scuotere più di tanto interessi e promesse.