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Glo lancia Hyper Portal di Michela Picchi e fa il suo ingresso nel mondo della moda

Il mondo dell’arte incontra il marketing come se non ci fosse un domani. glo, il brand di punta di Bat Italia per i dispositivi scalda stick* destinati agli adulti, si vestono da mecenate in un affollato tentativo di conquistare un’audience che ama proclamare la propria “positività” attraverso la **bizzarra** esposizione di arte contemporanea. E così, ci ritroviamo nella Milano Design Week, dove l’installazione “Hyper Portal” si erge come un monumento alle contraddizioni, mescolando arte, tecnologia e un pizzico di retorica travestita da innovazione.
La creatrice, Michela Picchi, interpreta il tema “Mondi Connessi”, una scelta che risuona come l’ennesimo tentativo di nobilitare un concetto altrimenti banale. La promessa di un **viaggio** sensoriale si traduce in un insieme di luci e forme che sovverte il confine tra arte e spettatori. E in un momento di assoluta **coerenza**, il pubblico è chiamato a partecipare attivamente, come se non fosse già intrappolato in una miriade di compromessi quotidiani.
Visitiamo dunque il glo Creative Hub, un altro spazio iconico dove l’arte vive di luce riflessa. Questa ***esperienza immersiva***, sebbene ci prometta il futuro, è in realtà un’allucinazione collettiva, dove ognuno è invitato a plasmare lo spazio. Ma chi decide quali siano i confini tra l’arte e il consumo? E perché debba essere una compagnia che produce **dispositivi per il consumo di nicotina** a dirci come vivere la bellezza?
“Hyper Portal” diventa così un simbolo di una **cooperazione** tra individuo e collettività, dove il pubblico si trasforma in co-creatore — ma solo all’interno di un confine fissato dalla corporazione. E ciò che si propone di esplorare è una fluidità tra mondi che, paradossalmente, è ostaggio delle **fonti di profitto**. Le forme iconiche dei dispositivi glo HYPER PRO si riflettono nell’ambiente, ridisegnando la realtà in un festival di marketing travestito da arte.
Il commento di Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di BAT Italia, è un manifesto di intenti scintillanti che fanno tremare le promesse di un futuro sostenibile. “Una sinergia di sostenibilità, innovazione e accessibilità” viene elargita come un elisir, mentre dietro le quinte, l’impatto ambientale della produzione di tali “innovazioni” rimane avvolto nel mistero. Talmente avvolto che, come sempre, si fa fatica a capire dove finisce la **retorica** e inizia la responsabilità.
Quest’installazione, evoluta e colorata, si sposta nell’uno e nell’altro mondo – come se fosse un circo politicamente corretto. Il panorama è un cortocircuito tra design e marketing, dove il termine “esperienza” ha preso il posto dell’arte. Michela Picchi giustamente commenta la sua creazione, sottolineando che rimane in **sinergia** con lo spirito di glo, ma che spirito è, poi? Anche l’arte può diventare solamente un’altra scusa per un brand per vendere di più.
E ora, mentre assistiamo a questa farsa che mescola l’arte all’effimero, è difficile non chiedersi: dove ci porterà il futuro? Discutiamo di **riforme fallite** e di una **visione** che sembra più un messaggio pubblicitario che una promessa concreta. La vera rivoluzione? Forse, pensare oltre il marketing, abbracciare l’unicità della creazione e non la sua commercializzazione. Ma perché farlo quando si può semplicemente cambiare il modo in cui vendere **nicotina** travestita da arte?La fusione tra tecnologia e moda ha raggiunto un nuovo apice, e non c’è modo migliore per celebrarlo che con una Limited Edition di dispositivi HYPER PRO concepiti da glo e SUNS. Sì, avete capito bene: una collezione che promette di “anticipare l’estate” attraverso una mischia di colori e design che molti definirebbero “sophisticato”. Quasi come se questa giustapposizione di elementi potesse mascherare una mancanza di sostanza.
Moda o Illusione?
“Questa collaborazione rappresenta perfettamente la visione condivisa di glo e SUNS: innovazione, espressione personale e stile distintivo,” afferma Paolo Muccifora, Creative Director di SUNS. Ed ecco che ci viene offerto un prodotto che, a detta loro, “interpreta le nuove tendenze del lifestyle contemporaneo.” Ma ci siamo chiesti, chi definisce queste “nuove tendenze”? Ah, l’ironia di un’industria che si nutre di concetti astratti per vendere oggetti in un pacchetto scintillante.
Il Presidente e AD di BAT Italia, Fabio de Petris, si lancia in un entusiasmo simile, parlando di “una visione dinamica e all’avanguardia”. Ma, tra il dire e il fare, esiste un abisso: la vera innovazione non si misura in design accattivanti, ma in effetti tangibili e riconoscibili. È una pioggia di parole eleganti su un’amarissima realtà: come se la moda potesse risolvere problemi più profondi, da quelli ambientali a quelli sociali.
Una Collezione da Redistribuire?
La Limited Edition offre due versioni dei dispositivi glo HYPER PRO: Sea Breeze e Palm Vibes. Ah, Palm Vibes, derivato dal Miami degli anni ’80! Tutto ciò che fa pensare a libertà e innovazione è riassunto in un burattino che serve solo a catalizzare l’attenzione durante una sfilata. Certo, non sarebbe giusto dimenticare l’elemento “innovativo” rappresentato dal display LED smart, che, si dice, migliori l’esperienza d’uso. Peccato che un display non possa mascherare la vuotezza di un prodotto costruito attorno all’apparenza.
E mentre l’accesso a questa esclusività viene descritto in toni da grandi eventi, coloro che vivono in Milano potranno “godere” di accessori come beauty case, zaini, borracce e canvas bag a partire dal 7 aprile. La vera domanda è: chi ha veramente bisogno di un beauty case branded per sentirsi a posto con il mondo?
Una Promessa Non Realizzata?
In un periodo in cui molte nazioni riescono a gestire l’intersezione tra moda e sostenibilità in modo più efficace, ci chiediamo come mai Italia continui a rincorrere questo miraggio. Le riforme annunciate spesso si dissolvono nel nulla, lasciando solo il vago sapore di promesse non mantenute. E mentre i giganti della moda ci parlano di innovazione, la vera creatività sembra restare in un limbo di inutilità.
Cosa ci resta da aspettarci? Collezioni che si rincorrono in un ciclo infinito di replica e impegno zero, un circo in cui il vero cambiamento è relegato a mere speculazioni. Perché, in fondo, la vera innovazione potrebbe arrivare anche da chi non si preoccupa delle tendenze, ma piuttosto di costruire un futuro migliore — ma chi ha tempo per questo, quando le onde del glamour sono così affascinanti?