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Google a rischio salasso da 4 miliardi, l’accusa: “Non fate lo sconto”

Le illusioni di Google di sfuggire a una multa da oltre 4 miliardi di dollari stanno rapidamente svanendo. L’avvocato generale Juliane Kokott ha suggerito alla Corte di giustizia dell’Unione europea di bocciare il ricorso presentato da Google e dalla sua casa madre, Alphabet, contro la conferma di una maxi sanzione da 4,124 miliardi di euro inflitta dalla Commissione europea per abuso di posizione dominante nel caso legato ad Android.
La Corte ha comunicato ufficialmente questa posizione, ricordando però che il parere di Kokott è solo consultivo. Ora toccherà ai giudici pronunciarsi con la sentenza definitiva, che potrebbe sancire la definitiva umiliazione per il colosso tech.
Il contenzioso risale al luglio 2018, quando la Commissione europea ha messo sul piatto accuse pesanti: Google avrebbe costretto produttori di smartphone e operatori di rete a installare a forza il Play Store, il motore di ricerca Google Search e il browser Chrome come default, vietando la vendita di device con versioni di Android “non autorizzate” e legando la condivisione degli introiti pubblicitari all’esclusività del proprio motore di ricerca.
Un giochino niente male per rafforzare la propria egemonia nel mercato della ricerca online proprio quando internet mobile stava esplodendo. Non esattamente una manovra da distratti.
Nel settembre 2022, però, il Tribunale dell’Unione europea aveva fatto marcia indietro solo un po’: sì al ricorso Google per la parte sulla condivisione dei ricavi, no allo sconto sulla sanzione, confermata a oltre 4 miliardi. Insomma, un po’ di respiro ma niente clemenza.
Nel suo parere, Kokott ha strozzato sul nascere le speranze di Google, sottolineando che il tribunale ha fatto bene i compiti: la pratica dell'”impacchettamento” (mettere insieme Play Store, Search e Chrome e imporli così com’è) è stata giudicata correttamente come abuso. E niente analisi sulla situazione competitiva alternativa senza il comportamento contestato, perché, onestamente, chi vorrebbe scommettere che il mercato sarebbe stato più libero senza Google a fare il prepotente?
L’avvocato generale ha inoltre ribadito che si tratta di un’unica, lunga, e continua infrazione, nonostante sia stata cancellata una parte della decisione iniziale della Commissione.
Le regole valgono per tutti, o almeno così si spera
La notizia è stata accolta con un entusiasmo quasi ingenuo dal presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Il suo commento? Una vera dichiarazione d’amore per la giustizia fiscale e la lotta contro i giganti del web che si sentono intoccabili.
Maurizio Gasparri ha detto:
“È una splendida notizia l’ufficialità dalla Corte di giustizia su questa maxi-multa da 4,124 miliardi a Google per abuso di posizione dominante.”
Gasparri ha poi aggiunto con rara veemenza:
“Da tempo diciamo che questi colossi del web ignorano ogni regola, pensano di essere i padroni del mondo e giocano sporco. È ora di fermare questo gioco: le regole devono valere per tutti, non solo per i pesci piccoli. Vogliamo giustizia fiscale e tutela dei lavoratori anche nel mondo digitale. L’Unione Europea ci ha mandato un messaggio chiaro: non ci inchineremo ai bulli.”
Un applauso convenzionale, quindi, a chi finalmente prova a mettere le cose in chiaro nel mondo dorato delle multinazionali tech, mentre il resto di noi può solo sperare che la sentenza finale non sia un’altra farsa a misura di gigante.