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Google Docs editori aiutano come se fosse la soluzione ai vostri problemi di vita quotidiana
Ah, niente di più utile che arrivare su un sito sperando di leggere qualcosa nella propria lingua madre e scoprire che, sorpresa, il contenuto non è disponibile. Ma non temete: in un colpo di genio tutto tecnologico, vi si consiglia gentilmente di cambiare lingua in fondo alla pagina, oppure, per i più pigri o incapaci di destreggiarsi tra mille opzioni, utilizzare il magico “innovatissimo” traduttore integrato di Google Chrome. Che meraviglia della modernità!
Insomma, se vi aspettavate un articolo puntuale e in italiano, siete rimasti fregati. Ma d’altronde, perché semplificare la vita al lettore quando possiamo mettergli tra le mani una noiosa guida su come tradurre una pagina web? Davvero, chi ha bisogno di contenuti originali in italiano quando si può simpaticamente contare su una traduzione automatica che spesso assomiglia più a un rebus che a un testo comprensibile?
Ecco la brillante strategia: invece di fornire un lavoro serio e nelle lingue richieste, si passa la patata bollente all’utente. Come dire: “Ci dispiace, ma non parliamo il tuo idioma. E qui non facciamo eccezioni.” Bene, grazie per la cortesia e l’accoglienza, così si fidelizza il pubblico!
Tutto questo ci ricorda che, nell’epoca digitale dove tutto dovrebbe essere a portata di click, spesso le organizzazioni più importanti e presunte centro di risorse, sanno solo complicare le cose con magici link esterni e cavilli vari. E, naturalmente, per quelli che proprio non vogliono arrendersi, ecco pronti link di supporto che più che aiutare, fanno venire un mal di testa degno di un antico oracolo.
Ma chi siamo noi, umili lettori, per chiedere l’impossibile? Un contenuto originale e rispettoso almeno della lingua? Eh no, meglio confonderci le idee e insinuare quel piacevole senso di impotenza tecnologica, mentre veniamo spediti a fare tutto da soli in giro per il web.