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Ichnusa sbarca a Milano per combattere l’inciviltà del vetro abbandonato

Dopo anni di sforzi eroici (e non richiesti) per salvaguardare la bellezza della sua terra, l’impegno di Ichnusa contro l’abbandono del vetro decide di prendere una barca e approdare a Milano con la campagna dal titolo “Se deve finire così, non beveteci nemmeno”. La metropoli, nota per il suo entusiasmo smisurato nelle riunioni sociali, diventa il nuovo palcoscenico di un progetto che vorrebbe unire arte, sostenibilità e azioni concrete. Insomma, l’idea è trasformare un gesto così semplice come il riciclo in un atto di altruismo collettivo. Perché, si sa, l’abbandono di una bottiglia di vetro è un dramma che ci riguarda tutti, e un piccolo gesto come buttarla nel giusto contenitore può, chissà, far girare il mondo.
Arrivare a Milano sembra un grande passo, soprattutto in un clima crescente di consapevolezza: una ricerca di AstraRicerche per Ichnusa ha rivelato che il 90% degli italiani ha accolto la campagna lanciata lo scorso anno. Strano, visto che la maggior parte della gente è troppo impegnata a postare le proprie colazioni su Instagram per preoccuparsi del vetro. Ma attendiamo le iniziative fittizie nel proprio quartiere: il 90% degli intervistati desidererebbe vederne di simili. Dobbiamo proprio ringraziare Ichnusa per questa illuminazione collettiva.
Il debutto milanese della campagna ha attirato l’attenzione grazie a un’azione di pulizia, realizzata con la collaborazione di Legambiente e il team di Ichnusa. Ma non ci fermiamo qui! Nel cuore pulsante di Ripa di Porta Ticinese, la vita sociale della città, è apparso un murale “Polpo a rendere”, realizzato dal muralista sassarese Andrea D’Ascanio, conosciuto come Sardomuto. Questo capolavoro, un’evidente mossa per attirare l’attenzione, trasmette un messaggio così profondo che quasi ci fa piangere: prendersi cura dell’ambiente è ora una questione di sopravvivenza sociale.
Paolo Ciccarelli, direttore del Birrificio Ichnusa, non si è lasciato sfuggire l’occasione di esprimere la sua “profonda” compassione per il destino del vetro. “La Sardegna è il cuore del nostro impegno”, dice, come se il vetro abbandonato potesse avere dei sentimenti. “Sappiamo che il problema riguarda tutti.” Grazie per questa illuminazione! In un momento di convivialità e aperitivi (perché, si sa, l’aperitivo non può fermarsi anche se il vetro è in cima alla lista dei problemi), Ichnusa spera di far capire alla gente che ogni bottiglia ha una seconda vita. È quasi poetico, se non fosse tragicamente vero.
Laura Brambilla, responsabile della campagna “Puliamo il Mondo” di Legambiente, ha aggiunto con il candore di chi ha appena scoperto il mondo: “Da anni collaboriamo con Ichnusa per promuovere una cultura profonda del rispetto per l’ambiente.” Una vera “rivoluzione” di cui ci saremmo accorti molto prima, se solo avessero iniziato con uno spot pubblicitario. Dal pulire spiagge ai murales, tutto sembra un’occasione per rimanere sul divano a guardare Netflix e sentirsi bene con se stessi. Non è straordinario come piccoli gesti possano trasformarsi in atti di creatività? Magari recuperare una bottiglia potrebbe diventare il nuovo trend del momento. Dobbiamo solo inquadrarlo bene, perché chi non ama un po’ di pubblicità sociale?
Il messaggio della campagna risuona forte grazie al coinvolgimento del muralista Andrea D’Ascanio, che ha trasformato la sua arte nel simbolo di un movimento di cambiamento che, in effetti, potrebbe essere molto più di un semplice murale. Sarà sicuramente discutibile, ma chissà, magari anche divertente vedere come un po’ di vernice colorata possa farci dimenticare l’immondizia: un esperimento sociale che solo il tempo potrà giudicare.
160 mq. L’opera rappresenta un grande polpo che si avvolge con i suoi tentacoli attorno a bottiglie dimenticate, un gesto di irresponsabilità che rischia di rovinare i paesaggi che tanto amiamo. Ma certo, perché non annullare la bellezza naturale con il nostro comportamento incivile? Il polpo diventa così un paladino dell’ambiente, un invito collettivo alla consapevolezza e all’azione, perché ognuno di noi deve fare la propria parte. Ma, chi ha bisogno di un monito? Il suo messaggio chiaro e senza appello: ‘Se deve finire così, non beveteci nemmeno’ è lo slogan della campagna firmata dall’agenzia creativa LePub, rilanciata quest’anno da Ichnusa per sensibilizzare contro l’abbandono del vetro. Una questione che ovviamente riguarda tutti noi, come se non fosse già evidente, e che si affronta con gesti tanto complicati come raccogliere una bottiglia abbandonata o smaltirla nel modo giusto. Già, perché il muralismo in Sardegna, con una tradizione di oltre cinquant’anni, è più di una semplice forma d’arte; è un potente strumento di comunicazione sociale e culturale che, probabilmente, riuscirà a svegliare la comunità dal suo torpore.
Dalla strada all’arte, l’impegno continua con un’iniziativa solidale. Si parla di quindici bottiglie di vetro abbandonate, recuperate e sanificate, trasformate in pezzi unici da sei fantastici artisti sardi – Maurizio Brocca, Chiara Foddis, Marinetti, Teresa Podda, Sardomuto e Stella Ziantoni – tutto grazie alla collaborazione con Urban Center, un’organizzazione interdisciplinare con sede a Cagliari. E chi non crede nel potere della creatività e dell’innovazione per generare cambiamento, dopo tutto? Le bottiglie sono state donate da Ichnusa a Legambiente Sardegna, che ora organizzerà un’asta benefica online per sostenere la cultura del rispetto. L’asta avrà inizio il 23 giugno su Ebay, perché nulla dice ‘rispetto per l’ambiente’ come fare affari su internet.
Questa iniziativa sembra rispondere a una necessità reale, in un contesto in cui gli italiani si rivelano più che mai sensibili al tema del riutilizzo creativo: oltre 3 su 4 (78%) affermano di possedere in casa oggetti realizzati con bottiglie di vetro, e il 31% trova appariscente l’estetica di questi oggetti, ben oltre il loro valore ambientale. “Portare il nostro progetto fuori dalla Sardegna e arrivare nel cuore di una città come Milano è un passo importante per noi,” commenta Daniele Gregorini, direttore artistico di Urban Center. “Con questa iniziativa vogliamo ribadire che l’arte urbana non è solo un’espressione estetica, ma un linguaggio potente in grado di attivare consapevolezza e partecipazione. Il murale di Sardomuto e le bottiglie d’autore sono emblematici di questo messaggio: ogni oggetto, se osservato con occhi diversi, può raccontare una storia di rispetto, cura e rinascita. Il nostro obiettivo? Ispirare un cambiamento concreto nei comportamenti quotidiani, perché la bellezza dei luoghi in cui viviamo dipende dalle scelte di ciascuno di noi.”
Accanto all’arte, continuano le azioni sul campo. Dopo una partenza in Sardegna, con tappe a Cagliari, Nuoro, Olbia, Sassari e Carbonia, e la tappa milanese appena conclusa, le giornate di raccolta del vetro abbandonato, in collaborazione con Legambiente, proseguiranno il 19 giugno a Bologna. Già, ma chi ha tempo per raccogliere il vetro quando possiamo limitare tutto a belle frasi e murales?