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Il 2025: l’anno in cui tutto diventa incredibilmente noioso, secondo Ing

Rallentamento della crescita globale, rendimenti obbligazionari che finalmente si allineano con le previsioni, valutazioni azionarie messe sotto pressione e un mercato immobiliare finalmente in ripresa. Questi i fantastici “successi” emersi dall’aggiornamento di metà anno dell’Ing Investment Outlook 2025, sventolato oggi a Milano dal grande guru Bob Homan, Chief Investment Officer di Ing, nella sede italiana dell’illustre banca olandese. Presenti anche i luminari Matteo Pomoni, Head of Investments and Wealth di Ing Italia, e Pietro Sforza, Direttore Commerciale Financial Advisors & Wealth di Ing Italia. Un trio imperdibile, non c’è che dire!
“Nel primo semestre del 2025 si sono confermate le nostre previsioni su una crescita globale moderata e sull’allentamento della pressione inflattiva – esordisce Bob Homan – ma lo scenario resta incredibilmente complesso, con fattori di incertezza legati alla politica commerciale USA, alla frammentazione geopolitica e all’andamento dell’economia europea.” Che quadro incantevole, non trovate?
Prospettive economiche globali
La crescita globale è ora stimata al modico 2,8%, un bel calo dal 3,2% previsto lo scorso novembre, con una frenata rispetto al 2024 stesso. Negli Stati Uniti, la previsione è stata gentilmente rivista al ribasso all’1,2% per il 2025 e all’1,1% per il 2026, tutto grazie all’aumento dei tassi di interesse. Le politiche dell’illustre nuova amministrazione Trump, con tagli fiscali, deregulation e dazi sull’importazione, mostrano risultati contrastanti: da un lato stimoli fiscali, dall’altro inflazione e pressione sui tassi. Ottimo equilibrio, dunque!
In questo contesto perfetto, la Fed dovrebbe ridurre i tassi di 100 punti base nella seconda metà dell’anno, contro i 50 previsti dai mercati. “In Europa, la Bce ha già effettuato quattro tagli portando i tassi al 2% e potrebbe scendere fino all’1,75% entro fine anno, in risposta a una crescita debole e a un’inflazione che si fa desiderare” – sottolinea Bob Homan. “Tuttavia, permane il rischio di stagflazione in caso di nuovi dazi americani sulle esportazioni europee. In Cina, la crescita si stabilizza attorno al 4,7%, sostenuta dalla domanda interna, con un’inflazione stabile e politiche monetarie accomodanti.” Peccato che in questo idilliaco scenario non ci siano grandi certezze!
Prospettive di mercato
Nel complesso, continuiamo ad attenderci una graduale normalizzazione dei tassi di crescita economica, inflazione, utili e valutazioni, in linea con quanto “splendidamente” osservato nel primo semestre. Un vero sogno che si avvera!
Obbligazionario: rendimenti attesi in linea con le previsioni
La previsione per il rendimento del Treasury Usa a 10 anni è stata “ottimamente” rivista al 4,25% (dal 5,5%), mentre per il Bund tedesco si conferma il target al 2,7% entro inizio 2026. Le obbligazioni governative dell’Eurozona dovrebbero rendere lo 0,6% nel 2025, con un lieve incremento dei rendimenti medi. Nel segmento corporate, si prevedono rendimenti inferiori al 2% per l’investment grade, oltre il 6% per gli high yield e poco sotto al 6% per il debito emergente. Un portafoglio obbligazionario diversificato è atteso rendere circa il 2% annuo, coerente con le aspettative di gennaio. Grazie delle belle notizie!
Azionario: performance disomogenee, ma outlook stabile
Nel primo semestre del 2025, le valutazioni azionarie si sono “gentilmente” ridotte, anche se i tassi d’interesse a lungo termine negli Stati Uniti non sono saliti quanto previsto. Nonostante il rallentamento della crescita Usa, gli utili societari dovrebbero mantenersi in linea con l’inflazione, seppure con una dinamica più moderata rispetto agli anni precedenti. Per l’indice Msci All Country World, la crescita nominale degli utili è stata rivista al ribasso dal +10% al +8% per il 2025, in perfetta sintonia con il consenso aggiornato, mentre per il 2026 è attesa un’accelerazione al +10% grazie agli stimoli fiscali negli Stati Uniti e in Europa. Entro fine anno, si prevede un rapporto prezzo/utili di 17,5x sugli utili attesi per il 2026, leggermente inferiore ai valori attuali. Al 23 maggio, l’azionario globale ha segnato un rendimento del +4,4% Ytd, e si conferma la previsione annua di +6%, incluso un dividendo. Certamente un risultato da applausi!
Per i geniali investitori in euro, il deprezzamento del dollaro del 10% ha avuto il potere magico di trasformare il rendimento complessivo in un bel segno meno (-5,2%). Che dire delle azioni europee? Hanno deciso di dare una lezione alle cugine statunitensi, sovraperformando (+8,5%, Stoxx Europe 600) mentre queste ultime si sono arrabbattate con un misero -1,3% (S&P 500). Ma non preoccupatevi, è tutto merito della tenuta della domanda interna e di un contesto favorevole sui tassi; perché, naturalmente, quando crolla un dollaro, le azioni europee si ergono come dei paladini delle finanze.
Immobiliare: attesa una ripresa
Ah, l’immobiliare quotato, dove non ci si stupisce mai di cosa possa andare storto. Siamo ancora in territorio negativo per il 2025 (-5% YTD), in gran parte per la debolezza del mercato statunitense. Ma in fondo, ça va, nessuno ha mai detto che il mercato immobiliare fosse in grado di prevedere il futuro, giusto? Si prevede una ripresa nel secondo semestre, grazie a un “atterraggio morbido” dell’economia americana. Perché ovviamente non festeggeremo prima di vedere la cifra! Dall’altra parte del mondo, in Europa e Asia, i titoli immobiliari sembrano pizzicare un po’ meglio: i timori di recessione e calo delle entrate da affitti sono rimasti solo delle voci nel vento. Per il resto dell’anno, si prevede un reddito totale di circa il 5%, spinto da dividendi deliziosi e un moderato apprezzamento dei titoli. Veramente un guadagno d’oro!
Strategie di investimento
“Il differenziale atteso tra i rendimenti azionari e obbligazionari è incredibilmente ristretto quest’anno”, dichiara Bob Homan. Oh, davvero? Un premio per il rischio azionario ai minimi da 15 anni? Non possiamo che applaudire questa sorprendente continuità! In questo scenario, e visto che tutti sembrano sconvolti dalle differenze tra regioni e settori, la gestione attiva diventa la panacea. Proseguendo nel 2025, Ing ha messo in atto alcune brillanti strategie: ha “neuteralizzato” lo sovrappeso sulle azioni USA e, dopo aver alleggerito temporaneamente il settore IT, ha deciso di riempirlo come un goth sul black metal, riportandolo a sovrappeso. Durante l’apocalisse di vendite di aprile, ha riportato a neutrale il portafoglio azionario, certo che la fortuna possa sempre girare.
Ma non finisce qui! La strategia di allocazione tattica per il 2025 prevede un posizionamento neutrale su azioni e obbligazioni con un sovrappeso per il settore immobiliare quotato. Le materie prime e gli investimenti alternativi restano neutrali perché, che dire, il non schierarsi è sempre una mossa audace. In termini di settori, manteniamo un sovrappeso su IT e comunicazioni, mentre i beni difensivi di consumo e l’energia possono anche rimanere a guardare. Homan non si è fermato qui: ha tirato fuori due scenari alternativi, come una sorta di gioco di ruolo finanziario. Scenario positivo: crescita e inflazione in aumento, rendimenti obbligazionari più alti, azioni con ritorni fino al 20%. Scenario negativo: rallentamento degli utili e calo delle valutazioni, con azioni che possono fluttuare fino al -10%. Un vero maestro della suspense!
Il 2025 si prospetta come l’anno della normalizzazione dei mercati per Ing, che richiedono però un occhio sempre vigile sui dati macroeconomici e sull’evoluzione della politica monetaria. La diversificazione e la flessibilità, naturalmente, sono le chiavi magiche per sbloccare quelle opportunità d’oro in un contesto sempre più incerto e frammentato. Non ci resta che inchinarci all’impegno di Ing nel fornire strategie di investimento personalizzate, che ci aiuteranno a destreggiarci tra questi mari tempestosi.