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Il conto salatissimo: la vera ragione dietro il nostro portafoglio svuotato

Il conto salatissimo: la vera ragione dietro il nostro portafoglio svuotato

Multa da mezzo miliardo di euro per Apple e da 200 milioni per Meta. Ecco le sanzioni che la Commissione europea ha inflitto a questi due colossi tecnologici per le loro straordinarie capacità di ignorare il Digital Markets Act. Ma certo, perché seguire le regole quando puoi semplicemente fare ciò che ti pare?

Secondo Arianna Podestà, viceportavoce capo della Commissione, le multe “non sono legate” ai dazi americani e “non devono essere materia di negoziato”. Quindi, ricapitolando, la Commissione è qui per fare le leggi e non per contrattare con gli Stati Uniti. Figuriamoci se qualcuno avesse pensato di barattare la legalità! Che concetto strano!

La sanzione ad Apple

Secondo la legge dell’UE, gli sviluppatori di app dovrebbero poter informare i propri clienti sulle offerte alternative al di fuori dell’App Store di Apple, e farlo gratuitamente, ovviamente. Ma chi ha tempo per rispettare le normative quando il profitto è in gioco? La Commissione ha scoperto che Apple non rispetta questa obiettiva semplicissima richiesta. Infatti, a causa delle restrizioni imposte, gli sviluppatori di app non riescono a trarre beneficio dai canali di distribuzione alternativi. Quindi, chi ci guadagna? Non i consumatori, che vedono solo le offerte più costose. Perfetto, vero?

La Commissione ha sentenziato che la multinazionale californiana non è riuscita a dimostrare che queste restrizioni siano necessarie o adeguate. Ma certo! Chiedere a Apple di accettare di essere meno monopolista è come chiedere a un gatto di fare il bagno. Così, la Commissione ha ordinato a Apple di eliminare tali restrizioni e di non ripeterle mai più. Perché non sappiamo se i gatti imparano, ma Apple ha sicuramente bisogno di qualche lezione di responsabilità.

Ma non è solo Apple a trovarsi nei guai. La stessa accusa ricade su Meta, che si è conquistata una multa di 200 milioni di euro. Secondo la legge dell’UE, i ‘gatekeeper’, le grandi aziende digitali come Meta, devono avere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali attraverso vari servizi. Ma, oh sorpresa, Meta ha pensato bene di introdurre un modello pubblicitario binario: ‘acconsenti o paga’. Sì, avete capito bene, gli utenti dell’UE di Facebook e Instagram devono scegliere se dare i loro dati per pubblicità personalizzate o pagare per non avere pubblicità. Scherziamo? Stiamo parlando di scelta o estorsione?

Secondo la Commissione, questo modello non rispetta il Dma, in quanto non offre agli utenti una vera opzione per utilizzare meno dati personali. E chi può biasimare Meta per cercare di massimizzare i profitti? Dopo tutto, il valore etico è così fuori moda! La Commissione sta ora valutando un nuovo modello che Meta ha introdotto dopo vari scambi, ma nel frattempo la multa deve affrontare giustamente le loro ‘innovazioni’ tra marzo 2024 e novembre 2024. Solo 200 milioni di euro per una violazione così creativa, incredibile!

Infine, l’esecutivo dell’UE ha deciso che il servizio di intermediazione online Marketplace di Meta non deve più rientrare sotto il Dma. Ma naturalmente! Incredibile come, dopo una valutazione attenta, la Commissione trovi che Meta ha meno di 10mila utenti aziendali nel 2024, quindi, naturalmente, il servizio può scampare alle leggi. Che coincidenza, non vi pare? Insomma, le big tech continuano a ballare fintanto che la musica non si ferma.

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