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Il futuro è tutto elettrico, ma dove sono le maledette colonnine di ricarica?

Il futuro è tutto elettrico, ma dove sono le maledette colonnine di ricarica?

In un mondo dove la mobilità sostenibile dovrebbe essere la normalità, Enel continua a regalare annunci dal sapore rivoluzionario, che sappiamo bene quanto siano poi tangibili.

Simone Tripepi, amministratore delegato di Enel X Way Italia e guru delle ricariche elettriche per il gruppo globale, ha appena fatto il suo consueto show all’ormai tradizionale Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti. Evento alla terza edizione, che si tiene nel centro della Capitale e che – guarda caso – si propone di fare il punto sulla transizione ‘ecologica’ nella mobilità di persone e merci nel nostro Bel Paese.

Con la solennità di chi è abituato a pontificare sull’innovazione, Tripepi sostiene che “siamo di nuovo qui per rafforzare l’impegno di Enel sulla mobilità elettrica”, insistendo sul fatto che la società ha da anni dimostrato credere davvero nel futuro elettrico tramite investimenti e strategie. Parole di circostanza? Forse. Sarà per questo che, rispetto all’anno scorso, si può vantare solo “l’installazione di due mila nuovi punti di ricarica” e un’ambiziosa promessa di altri tremila entro fine anno. Insomma, non proprio un boom, ma sempre meglio che stare fermi.

Ah, ma la vera novità tecnologica, che fa brillare gli occhi agli appassionati, è spiegata con orgoglio: finalmente, si può pagare la ricarica anche con carta di credito o debito. Una rivoluzione epocale, direbbe qualcuno. Lo si deve al lancio di 400 POS fisici a supporto delle colonnine, che si vanno ad aggiungere ai 3.400 pos virtuali già esistenti – perché ovviamente, fino a ieri, ricaricare elettrico era cosa da smanettoni.

E per celebrare questa pietra miliare nel progresso della mobilità – rullo di tamburi – Enel offre tariffe scontate per chi decide di caricare la propria auto solo sulle sue infrastrutture. Un gesto di grande generosità che, sia ben chiaro, serve soprattutto a convincere tutti che sviluppare la rete è una priorità assoluta. Priorità che, a giudicare dai numeri, sembra procedere più lentamente di quanto vorremmo, ma sempre con quella lentezza elegante e controllata tipica delle grandi aziende.

In sintesi, il solito copione: molte parole pompose, qualche innovazione che sembra arrivare dall’età della pietra tecnologica e promesse di un futuro radioso, che tarderà a venire. Nel frattempo, l’Italia e le sue città si arrangiano, con una rete di ricarica che cresce sì, ma come se lo facesse per gentile concessione più che per vera urgenza.

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