Notizie

Il gigante nipponico dei droni atterra in Italia per un’incursione a suon di acquisti

I droni giapponesi hanno finalmente trovato il loro posto nel bel Paese. Terra Drone, un’azienda che potrebbe tranquillamente definirsi pioniera nel mondo dei droni e della mobilità aerea urbana (UAM), ha deciso che l’Italia è proprio il posto giusto per investire. Forse sono stufi di volare sopra il Giappone, dove sono quotati in borsa, e pensano che l’Italia possa offrire un palcoscenico più affascinante. Così, acquistano la società italiana EuroUSC Italia del gruppo Deep Blue, tramite la loro divisione europea Unifly, specializzata nel traffico aereo dei droni.

Il settore è destinato a crescere, si dice. E per farci capire quanto siamo indietro, ci si potrebbe rivolgere ai mitici “aero taxi”, droni che decollano e atterrano verticalmente. Ma non fatevi illusioni: sono ancora in attesa di certificazioni dalle autorità aeronautiche americane ed europee, quindi nel frattempo possiamo sempre fare una passeggiata nel traffico urbano, giusto?

La fantastica notizia è che EuroUSC Italia fornirà consulenze sulle normative e sulla sicurezza. Insomma, se riusciremo a capire come districarci tra autorizzazioni operative che si potrebbero scrivere in un romanzo fantasy, bene! Unifly intende sviluppare nuovi servizi per la mobilità urbana e allargare il campo di azione oltre i confini europei. Per fortuna, c’è un mondo pieno di normative e procedure che richiedono competenze specialistiche, proprio quello di cui abbiamo bisogno per semplificare le vite degli operatori. Ah, la burocrazia!

Il team di EuroUSC Italia rimarrà a Roma, dove continueranno a lavorare a stretto contatto con la loro ex controllante Deep Blue, che, a proposito, ha un fatturato di 6,4 milioni di euro. Il ceo di Deep Blue, Simone Pozzi, si premura di dire che non si tratta di un’operazione finanziaria “mordi e fuggi” — e chi l’avrebbe mai pensato? — ma di un progetto che si riallaccia al loro DNA. Magari il DNA permette anche di evitare che la sede operativa vada a finire in un altro angolo del mondo, chissà.

(Tra parentesi, EuroUSC Italia è nata come start-up dieci anni fa. Un obiettivo ambizioso: colmare un vuoto normativo nel mercato dei droni, proprio come se ci fosse un buco da tappare con una toppa. Da allora, hanno cercato di promuovere una cultura della sicurezza e sviluppare la regolamentazione europea. Una missione eroica, senza dubbio.)

In futuro, le sinergie tra Deep Blue e EuroUSC Italia potrebbero amplificarsi su scala europea — se sopravvivremo alla burocrazia, naturalmente. Terra Drone ha anche siglato un accordo con Aranco per ispezioni petrolifere, un’ottima mossa per aggiungere un tocco di avventura alla loro flotta di droni. Già che ci siamo, il titolo alla Borsa di Tokyo ha guadagnato il 125% dall’inizio dell’anno, con una capitalizzazione di 400 milioni di dollari. Ottimo, non trovate? Se solo i droni potessero volare verso un futuro senza normative opprimenti!

Exit mobile version