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Il Maresciallo ordina, la nave si rovescia: il varo finisce in acqua (letteralmente)

Un varo da Oscar (per la miglior tragicommedia)
Il 21 maggio doveva essere una giornata di gloria per Kim Jong-un, con tanto di applausi, inni patriottici e cacciatorpediniere nuovo di zecca a solcare le onde. Invece, il nuovo fiore all’occhiello della Marina militare nordcoreana ha scelto un tuffo carpiato laterale e si è adagiato pigramente su un fianco, come dopo una grigliata di Ferragosto. La propaganda ha prontamente cambiato copione, e da “grande successo navale” si è passati a “crimine contro l’orgoglio nazionale”. Traduzione: arresti per tutti.
Cinque capri (navali) espiatori
Nel giro di 72 ore, è partito il gioco preferito del regime: “Trova il colpevole, anzi cinque”. In manette sono finiti:
- Hong Kil Ho, Direttore dei cantieri di Chongjin, reo di aver mostrato a Kim i lavori due mesi prima col sorriso di chi sa che sta barando.
- Kang Jong Chol, ingegnere capo, che ora rimpiange di non aver fatto l’idraulico.
- Han Kyong Hak, responsabile dello scafo, forse convinto che le navi galleggino per simpatia.
- Kim Yong Hak, vice direttore amministrativo, colpevole per prossimità.
- Ri Hyong Son, Vice Direttore del Ministero delle munizioni, pescato all’ultimo per fare cifra tonda.
Dalla sfilata trionfale al reality “Sopravvivi alla commissione d’inchiesta”, il passo è stato breve.
Quando l’orgoglio nazionale si ribalta
Secondo gli esperti (non nordcoreani), i cantieri di Chongjin sono bravissimi… a costruire pescherecci. Metterli a varare un cacciatorpediniere da 5.000 tonnellate è stato come chiedere a uno chef di preparare una bomba termonucleare: tecnicamente possibile, ma poco consigliabile. L’errore? Usare un sistema di varo laterale mai provato prima per una nave di quelle dimensioni. Risultato: rampa bloccata, scafo sbilanciato, tonfo in diretta.
La scienza secondo Kim
Il Maresciallo, noto per la sua passione per la rapidità (e la punizione), aveva ordinato tempi record per la costruzione. Aveva già festeggiato a Nampho per un altro varo in “soli 400 giorni”, come se fosse una sfida su TikTok. Peccato che la fretta, anche in Nord Corea, sia ancora una cattiva consigliera. Ma ora la propaganda raddrizza la nave (almeno a parole), promette recuperi veloci e ammonisce chi “non rispetta il metodo scientifico”. Traduzione: è sempre colpa degli altri.
Morale: se sei ingegnere in Corea del Nord, pensa seriamente alla panetteria
Tra l’assurdo e il drammatico, resta un fatto: in un sistema che premia l’obbedienza cieca e punisce il buonsenso, il vero errore non è stato tecnico. È stato umano. E no, Kim Jong-un non si è fatto male. Al massimo si è bagnato un po’ d’orgoglio.