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Il solito Pianeta Terra Festival invade Lucca di nuovo dal 2 al 5 ottobre: preparatevi al déjà vu

Lucca si prepara a svelare i segreti del caos globale con il Festival Pianeta Terra 2025

Come ogni anno, Lucca si avvicina all’evento che trasforma la città in un osservatorio privilegiato sulle follie del nostro tempo: il Pianeta Terra Festival. Diretto da Stefano Mancuso, ideato da Editori Laterza e sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il festival si animerà da giovedì 2 a domenica 5 ottobre 2025 in scenari suggestivi come la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Ducale, l’Orto Botanico, l’Auditorium del Suffragio e la Libreria Civica Agorà.

L’edizione numero quattro sfodererà un titolo che sembra più un ammonimento: sistemi instabili. Tradotto in pratica, nessuno ha mai visto il mondo – e ogni sua strana sotto-rete – muoversi così velocemente verso il disastro. Non parliamo solo del clima terrestre, ma anche dell’economia, della politica globale e delle meraviglie (o disastri) tecnologici. Insomma, uno spaccato caotico che ci riguarda tutti.

Stefano Mancuso spiega la filosofia dietro al tema:

“La Terra è un sistema che vive di instabilità cronica: ogni piccolo cambiamento, per quanto insignificante possa sembrare, da’ il via a reazioni a catena imprevedibili. Ora, con variazioni importanti come un riscaldamento medio di 1,5 °C nel giro di pochi anni, stare a fare previsioni è come tentare la sorte con un oracolo del passato, con le stesse chance di successo di un colpo di dadi. Abbiamo inaugurato una ‘nuova normalità’ in cui l’impensabile diventa routine. Dobbiamo imparare a navigare in un mondo che ormai fatichiamo persino a interpretare.”

Insomma, niente panico, ma nemmeno ricette miracolose da salvatori della patria: il festival sarà un’occasione per esplorare, capire e forse un po’ ridere amaramente di questo caos quasi poetico.

Nei quattro giorni, oltre novanta eventi sparsi in vari luoghi della città, con una sfilata di cervelli e personalità capaci di affrontare con ironia e rigore temi spinosi: il riscaldamento globale, le tempeste che spaventano, la metamorfosi dei paesaggi, la crisi energetica, le guerre invisibili della geopolitica e – perché no – le nostre stesse crisi d’identità collettive.

Il cast degli ospiti? Non proprio roba da poco, considerando che saranno presenti figure di primo piano: l’astrofisica Patrizia Caraveo, alla guida della Società Astronomica Italiana; lo scrittore spagnolo Javier Cercas, star della narrativa europea contemporanea; l’attore e scrittore Giuseppe Cederna; l’economista Carlo Cottarelli, volto noto nelle analisi dei conti pubblici; la giornalista inglese Lucy Jones, specializzata in scienza ed ecologia; la climatologa Elisa Palazzi, docente all’Università di Torino e ricercatrice del CNR; il divulgatore scientifico americano David Quammen; e il geografo Mauro Varotto.

Insomma, una pellicola in diretta che Big Tech, governi zoppi e lobby di ogni risma non ti posteranno sui social, ma che merita attenzione: questo festival racconta con fredda lucidità e tanto sarcasmo la nostra epoca più instabile. E chissà, magari tra una lezione e l’altra, riusciremo a capire come non affondare nel disastro imminente.

Un professore dell’Università di Padova, esperto in geografie ambientali, ci viene in soccorso per intendere la brillante iniziativa che è il Pianeta Terra Festival. Un evento impeccabilmente orchestrato dagli Editori Laterza, sotto l’ala protettiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che, come al solito, non si accontenta di fare le cose a metà.

Ovviamente, l’evento non sarebbe nulla senza il caloroso sostegno della Città di Lucca e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che prontamente si sono messi in prima linea come partner istituzionali. Perché niente dice “affidabilità” come una spruzzata di Brusellette nelle nostre faccende culturali.

Giuseppe Laterza non ha esitato a sprigionare tutto il carisma possibile per sottolineare, con il solito ottimismo ipercalibrato, che al giorno d’oggi il mondo ha bisogno di “una pluralità di voci e delle più diverse competenze”. Ovviamente, solo questa polifonia di opinionisti specialistici – come se non ce ne fossero già abbastanza – potrà farci sperare di cavarcela davanti a problemi così inediti da far impallidire anche la più classica delle apocalissi da manuale.

Massimo Marsili, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, si è lanciato in dichiarazioni altrettanto magniloquenti. Il festival, giunto – tenetevi forte – alla quarta edizione, non solo conferma, ma praticamente incarna l’obiettivo della Fondazione di trasformare Lucca in un epicentro culturale-scientifico di altissimo profilo. Un evento che, per nostra grande fortuna, si occupa di temi fondamentali per “le persone, il sistema delle imprese e le istituzioni pubbliche”, insomma una festa di famiglia per tutti.

Quali temi? Ah, quelli di tutti i giorni, che però ti fanno alzare il sopracciglio con un misto di ansia e supplica: l’instabilità dei sistemi. Sì, avete capito bene, quella roba che non ti aspetti ma che è proprio lì, a portata di mano. Trasformazioni geopolitiche, cambiamenti climatici, mutamenti sociali fluidi come un cocktail ben miscelato – tutto leggibile e palpabile intorno a noi. Che peccato non poterli ignorare, no?

E proprio qui arriva il capolavoro: “Comprenderli e interpretarli è un atto di responsabilità”. Lo ha detto il Festival, che ci regala un lavoretto tutto da fare per evitare di subirne passivamente gli effetti. Insomma, non siamo in balìa del destino, ma architetti del nostro futuro. O perlomeno così ci vogliono far credere.

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