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Immobili pubblici: Eurispes rivela ciò che già sapevamo al Forum Pa

“Valorizzazione di beni immobili dello Stato”: un titolo affascinante, non è vero? Lunedì 19 maggio, dalle 17:30 alle 18:30, si terrà un incontro nel cuore pulsante della burocratizzazione italiana, il Palazzo dei Congressi di Roma. Qui, l’illustre Eurispes presenterà la sua “onorevole” ricerca sul tema degli immobili pubblici. Che onore! A inaugurare questo evento con i saluti istituzionali sarà nientemeno che Renato Loiero, consigliere per le Politiche di Bilancio presso la presidenza del consiglio dei ministri, come se la sua presenza potesse realmente illuminare le menti di chi vi parteciperà.
Ma non finisce qui! Ci saranno anche Stefar Mantella, il direttore del Mef, Luca Andreoli, l’amministratore delegato di Difesa Servizi SpA (già, chi non ha mai sentito parlare di loro?), Enrico Martino, direttore Pnrr del ministero del Turismo, e Giovanni Candigliota, ricercatore della Fondazione Eurispes. Sì, il patrimonio immobiliare dello Stato, quella meravigliosa giungla di mattoni e corridoi, è una risorsa strategica… o almeno così ci dicono, anche se sembra più complesso di un rompicapo di Magritte.
La tavola rotonda, un’idea scintillante, promette di riflettere sullo stato attuale e sulle prospettive future delle politiche di valorizzazione degli immobili statali. Naturalmente, tra un caffè e l’altro, si parlerà di quelle strabilianti opportunità fornite dal Pnrr, dei vincoli di bilancio (perché chi non ama un bel vincolo, giusto?), e delle nuove esigenze di tipo funzionale, ambientale e territoriale. Tutte cose che ogni amministratore si ritroverà puntualmente a ignorare non appena lascia l’incontro.
Ci sarà una particolare attenzione agli strumenti normativi e operativi… che incredibilmente sono già nella loro forma piuttosto farraginosa. E non possiamo dimenticare le sinergie tra amministrazioni centrali e territoriali, un termine che, pronunciato in modo casuale, potrebbe tranquillamente essere usato per giustificare un’amnesia collettiva. Ma aspettate! Si parlerà anche dei gloriosi partenariati pubblico-privato, l’idea che una buona tartina possa risolvere la fame del mondo, ma che in realtà si traduce in una torta mangiata da pochi.
Attraverso casi concreti, i relatori promettono di mostrare come l’innovazione digitale e i famosi criteri ambientali minimi, quei fantastici CAM, possano trasformare gli immobili da un orribile peso per il bilancio dello Stato in brillanti risorse per uno sviluppo “sostenibile”. Che meraviglia! Quali sono le best practice già emerse? Se mai ce ne sono state, rimarrà un mistero avvincente. E cosa succederà una volta che la fase straordinaria del Pnrr si concluderà? Sarà un grande buco nero di incertezze, con il rischio di ritrovarci a scrivere di nuova burocrazia eterna.
L’incontro rappresenterà certamente un’opportunità d’oro per confrontarsi sulle questioni più pressanti. Si parlerà di governance, la famosa governance che sembra essere l’unico realizzabile miraggio. Dalla necessità di una visione strategica integrata (cosa mai vista), alla costruzione di filiere pubbliche che, giuro, sono più efficienti soltanto nei discorsi. E infine, sì, si spera di arrivare all’adozione di modelli digitali e sostenibili. In fondo, perché non scommettere su un futuro che sembra tanto luminoso quanto una lampadina fulminata?