Notizie
Inaugurato a Roma il sito di OsserMare

Un evento celebrativo per la Giornata Nazionale del Mare a Roma ha evocato un’immagine splendente di efficienza e progresso, nonostante la realtà parli di un mare di contraddizioni. Un workshop intitolato “Nuovi strumenti di analisi e osservazione dell’Economia del Mare”, tenuto presso la sede di Si.Camera – Unioncamere, si è trasformato in un’accozzaglia di parole altisonanti senza un reale impatto.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha aperto l’incontro con un videomessaggio, mentre il Presidente di Assonautica Italiana, Giovanni Acampora, ha celebrato la Blue Economy italiana come un valore centrale. Sì, perché chi non ama il mare e il suo potenziale? Tuttavia, le promesse di un “valore strategico per la competitività del Paese” rimangono nient’altro che aria fritta, come la profusione di saluti istituzionali da parte di figure come il Sotto Capo di Stato Maggiore della Marina Militare e il Capo Dipartimento per le Politiche del Mare.
Giuste parole o solo fumo negli occhi?
Durante il workshop, venti realtà del settore si sono riunite per un confronto che, con tutta evidenza, ha il sapore di un meeting di facciata, dove dati e collaborazioni sembrano muoversi più lentamente delle navi in porto. La presentazione del portale OsserMare potrebbe sembrare un passo avanti, ma ci si deve chiedere: abbiamo davvero bisogno di un altro strumento per monitorare l’inefficienza?
L’intento di “leggere e anticipare i profondi mutamenti” suona affascinante, se non fosse per il fatto che l’economia del mare continua a navigare in acque torbidamente stagnanti. Antonello Testa, coordinatore dell’osservatorio, proclama con fervore che il portale è un “strumento a disposizione di policy maker e operatori”, ma chi mai si fida di tali affermazioni quando ogni anno si presenta un nuovo Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare che non riesce a cambiare il corso delle cose?
Frustrazioni e false promesse
Il 4° Summit Nazionale sull’Economia del Mare, previsto nel 2025, non è altro che un ennesimo richiamo a discutere, senza mai agire. Chi si sorprenderà che il Marine Expo, per la sua XIII edizione, prometta ancora una volta risultati “illuminanti”? È un copione che si ripete, e la platea applaude, ignara o disinteressata ai veri problemi. Dov’è l’efficacia in tutto ciò?
Quali soluzioni? Magari un vero impegno a migliorare l’educazione alla sostenibilità nelle scuole marittime, piuttosto che l’ennesima celebrazione retorica. O un incentivo alle start-up innovative piuttosto che conferenze piene di inflazionata retorica. In fin dei conti, se il mare rappresenta il nostro futuro, pare che quel futuro non venga nemmeno sfiorato, ma solo recitato come un copione esasperato.
In sintesi, la celebrazione del mare rischia di diventare un’illusione, un abbaglio che lotta tra maree di inefficienza e parole vuote. L’arte di promettere senza mai realmente mantenere è un vero artefatto della nostra estrazione burocratica.