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Internal and rural areas: the untapped goldmine we just can’t be bothered with

Internal and rural areas: the untapped goldmine we just can’t be bothered with

“Il cuore della transizione ecologica è anche sociale, ma chi ha mai pensato che le città potessero crescere in orizzontale? Certamente, l’idea che le aree interne, rurali e montane, spesso snobbate come se fossero il parente povero dell’urbanizzazione, siano in realtà una risorsa sottovalutata è a dir poco rivoluzionaria.”

Questo è quanto afferma Giuseppe Catella, un esperto di consulenza in infrastrutture presso Cassa Depositi e Prestiti, durante il panel ‘Quali politiche e strategie globali per la transizione ecologica?’ all’evento Rebuild 2025, che si tiene nel luxuoso Centro Congressi di Riva del Garda. Naturalmente, la transizione sociale include anche il tema della demografia, perché chi non percepisce lo stato di spopolamento come un’opportunità? “Dopo il boom demografico del 1946, ci siamo ritrovati a contare un calo costante di popolazione dal 2006, con un drammatico -1,8 milioni di residenti negli ultimi dieci anni. Colpo di scena: l’80% dei comuni italiani è già in spopolamento o ci arriverà a breve”, spiega Catella con un nonchalance che lascia senza parole.

Ma non temete, ci sono ben tre assi di intervento per una rigenerazione che salvi la situazione: realizzare progetti di housing sociale che immancabilmente avranno un impatto positivo, puntare sul turismo sostenibile (perché chi non ama la luna di miele nei borghi abbandonati?), e coinvolgere le imprese locali per mantenere le filiere corte. Che novità, vero?

Infine, Catella conclude, dicendo che per una transizione giusta e inclusiva servono politiche integrate su diversi livelli: fiscali, economiche e industriali. È fondamentale tenere conto non solo della transizione energetica, ma anche di quella demografica, così da garantire un accesso equo al credito e ai fondi europei. Ah, la replicabilità! Un altro obiettivo da raggiungere mentre si sogna. Che visione!

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