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Italia: il campione mondiale nella strangolatura fiscale della classe media

Luigi Marattin ha dichiarato: “Le statistiche dicono sempre e solo una cosa: che noi siamo probabilmente il Paese al mondo che massacra di più fiscalmente il ceto medio.” Ma chissà, forse è solo un complotto globale per farci sembrare i peggiori. Secondo il freschissimo rapporto dell’Ocse, ‘Taxing Wages’, se il ceto medio si sente generoso e decide di aumentarsi lo stipendio di 100 euro, in Italia resta con solo 68 euro in tasca se è single e 55 euro se ha una famiglia. Che bello, giusto? Nel resto dei Paesi Ocse, invece, si sentono così fortunati da rimanere con 81 e 79 euro. Ma chi ha bisogno di questi dettagli noiosi quando possiamo vantare il primato di fare da cuscinetto fiscale per il ceto medio?
E quindi, secondo la logica di Marattin, l’Italia sarebbe il campione mondiale in materia di tasse sul ceto medio. Non è meraviglioso? È proprio ciò che ci distingue da tutti gli altri, quasi come una medaglia al valore fiscale che siamo costretti a indossare. È così che ci facciamo notare: ‘Ehi, guardate, noi tartassiamo il ceto medio più di chiunque altro!’ Forse dovremmo lanciare una campagna pubblicitaria: ‘Italia, la patria delle tasse!’
Marattin, i redditi bassi sono un po’ come quei vecchi vestiti che non indossiamo più: meglio lasciarli in fondo all’armadio. Magari, un giorno, ci renderemo conto che la produttività di sistema potrebbe risolvere tutto, chissà, forse anche la scarsità di spazio nella nostra coscienza collettiva.