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Iwg affonda a Londra: addio speranze, benvenuta apocalisse degli uffici Regus

Iwg affonda a Londra: addio speranze, benvenuta apocalisse degli uffici Regus
International Workplace Group, boom delle perdite dopo la sbandata nei conti semestrali e taglio delle stime al 2025

International Workplace Group si schianta in Borsa a Londra, quasi un urlo silenzioso del mercato che non perdona nemmeno il regalo di un buyback potenziato. Il colosso mondiale degli spazi di lavoro, pur vantando una presenza in 121 Paesi e brand come Regus e Spaces, si trova ora a dover rivedere al ribasso le proprie previsioni per il 2025, facendo cadere l’ottimismo come un castello di carte.

Il deludente aggiornamento tecnico parla chiaro: l’Ebitda rettificato per l’anno dovrebbe posizionarsi al limite più basso delle stime, ovvero tra 525 e 565 milioni di dollari, in calo rispetto ai 557 milioni previsti per il 2024, che comunque rappresentavano un aumento dell’11% rispetto al 2023. La giustificazione ufficiale? “Ulteriori investimenti nel segmento Managed and Franchised” – ovvero, spendere di più per crescere, almeno in teoria. Ma considerato il calo negli utili, qualcuno potrebbe leggere il messaggio in modo meno ottimistico.

Il gruppo, con sede in Svizzera, non si nasconde e conferma di puntare comunque a un ambizioso obiettivo: un Ebitda di almeno 1 miliardo di dollari a medio termine, sperando che gli investimenti siano come una pioggia benefica e non una pozza di problemi.

Nella prima metà dell’anno il colosso degli spazi flessibili ha messo sul piatto ben 15 milioni di dollari per potenziare il team vendite della divisione Managed and Franchised, con la speranza di far decollare la crescita. In effetti, i contratti firmati sono aumentati del 6,7%, con 413 nuovi accordi aggiunti al portafoglio. Ma poi, l’utile prima delle imposte è crollato di un vertiginoso 63% a soli 12 milioni di dollari, rispetto ai 32 dell’anno precedente. Non proprio una vittoria esaltante.

I costi finanziari hanno fatto il loro sporco lavoro, lievitando da 36 a 56 milioni di dollari, frenando ulteriormente il ritmo. Nel frattempo, il fatturato totale della rete ha superato la soglia dei 2 miliardi, raggiungendo 2,16 miliardi di dollari, un nuovo record, giusto per dare qualche brivido di speranza. Peccato che il fatturato consolidato sia sceso dell’1,1%, attestandosi a 1,85 miliardi. L’Ebitda rettificato ha registrato una timida crescita del 6,1% arrivando a 262 milioni di dollari, mentre il flusso di cassa ha mostrato un balzo del 33% a quota 48 milioni.

Mark Dixon, fondatore e CEO, ci regala il suo solito ottimismo da spot pubblicitario: il lavoro ibrido è il motore segreto che alimenta la crescita più rapida mai vista nella storia dell’azienda, con un numero record di nuove locations aperte in comunità locali, sobborghi e perfino zone rurali. A quanto pare, piccoli centri negli Stati Uniti come Franklin e Bloomfield Hills, paesini con meno di 5mila anime, stanno diventando il nuovo Eldorado degli spazi di co-working.
Da qui l’entusiastico annuncio: «La svolta verso un modello ibrido è uno dei mega-trend del nostro tempo e una miniera d’oro per IWG. Con oltre 1,2 miliardi di colletti bianchi nel mondo, il mercato potenziale vale più di 2.000 miliardi di dollari». Come si fa a non crederci?

Il CEO rincara la dose dichiarando che la società è “determinata a conquistare quote di questo mercato nei mesi e negli anni a venire”. Nel 2025, si aspetta un flusso di cassa di almeno 140 milioni di dollari e ha aumentato il buyback per azioni portandolo da 100 a 130 milioni. Ah, e non dimentichiamoci dell’aumento del dividendo di quasi il 5%, quello sì segno di «fiducia» assoluta per gli azionisti, giusto per far dimenticare i numeri un po’ meno entusiasmanti del semestre.

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