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KKR si lancia in una follia da 42 miliardi: prestiti immobiliari privati, perché a chi importa del buon senso?

Ah, che meraviglia! KKR & Co. sta per lanciare un volume record di finanziamenti per immobili commerciali. È incredibile come in un mondo dove tutto è instabile, l’unica cosa che sembra andare a gonfie vele sia il loro portafoglio. Con una pipeline che ha raggiunto l’incredibile cifra di 42 miliardi di dollari, possiamo solo immaginare che festa stiano facendo, mentre il resto di noi si preoccupa di come pagare l’affitto.
In un’epoca in cui i tassi di interesse hanno deciso di salire come l’ascensore di un grattacielo, i prezzi degli immobili sembrano oscillare come un pendolo impazzito. E mentre i proprietari cercano disperatamente di ottenere finanziamenti, ecco che spunta la domanda di credito privato come l’ultima moda estiva, facendoci chiedere: chi ha bisogno di stabilità quando puoi avere il glamour del debito?
La nota di KKR suona così ottimistica da far pensare che abbiano scoperto il segreto della felicità: “La volatilità ha aperto la strada a forme alternative di finanziamento.” Ah sì, perché affrontare il mercato immobiliare instabile con maggiore volatilità è proprio quello di cui abbiamo bisogno per sentirci sereni!
In aggiunta, l’idea che i prestiti immobiliari siano “interessanti” perché offrono flussi di cassa garantiti sembra promettere un futuro luminoso. Con un tasso variabile che diventa quasi un indice di comicità, si trasformano in una protezione contro l’inflazione. Grazie per questa perla di saggezza, perché tutti noi sappiamo quanto siano stabili i tassi variabili!
Secondo i guru dei finanziamenti immobiliari, i prestiti che coprono solo il 60%-70% del valore dell’immobile ci daranno abbastanza capitale per dormire sonni tranquilli anche con le perdite. Sì, perché chi non ama un bel salto nell’incertezza quando si ha una “copertura”?
E in un’intervista, Matt Salem, il responsabile del credito immobiliare di KKR, ha condiviso la sua saggezza. “I prestiti immobiliari commerciali a credito privato possono offrire rendimenti annui tra il 12% e il 14%”, ha affermato, facendoci credere che questo sia una sorta di jackpot. Peccato però che ci sia anche “un rischio di ribasso inferiore rispetto alle azioni.” Certo, perché chi non ama rischiare con un bel margine di sicurezza?
E se pensate che il peggio sia passato, Salem ci strizza l’occhio sulla questione dei dazi, che potrebbero influenzare i magazzini di Los Angeles. “Il rischio maggiore al momento è di natura macroeconomica,” dice. Chi l’avrebbe mai detto? Potremmo pensare che l’inflazione e una potenziale recessione sono solo piccole scocciature, giusto?