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La cucina casalinga vola: le Cesarine crescono del 10% perché qualcuno ancora crede nei fornelli di casa

In un’estate che definire incerta sarebbe un eufemismo per il turismo italiano, con spiagge e città d’arte che faticano ancora a vedere il cartello “tutto esaurito”, c’è qualcuno che continua a sfoggiare numeri in crescita: le esperienze gastronomiche firmate Cesarine. La rete di cuoche e cuochi domestici che propongono cucina autentica Made in Italy segna un aumento del 10% rispetto al 2024, con previsioni rosee per l’autunno, grazie anche alla prolungata stagione turistica.
I dati sulla domanda del 2025 dipingono un quadro interessante: la fame per il buon cibo della tradizione italiana arriva da ogni angolo del mondo. Protagonisti indiscussi restano gli ospiti americani che mantengono saldamente il primo posto nella classifica dei fan di Cesarine, seguiti da canadesi e australiani, come se il mondo anglofono fosse l’unico in grado di apprezzare davvero la cucina di casa italiana. Ma la vera sorpresa arriva dal Nord Europa: una valanga di numeri spropositati mostra l’incremento del turismo gastronomico da Paesi che, apparentemente, fino a ieri si limitavano ad apprezzare il freddo e la puntualità. Finlandia con un +147%, Belgio +115%, Olanda +92%, Svizzera +80%, Islanda +62%, e così via: un’ondata di buongustai nordici che sudano per un piatto di pasta autentica.
Non mancano gli aumenti anche nei mercati consolidati del Regno Unito (+40%), Irlanda (+67%) e Francia (+58%), mentre la solita Spagna segna un leggero decremento (-0,92%) da cui spicca però il caso sorprendente del Portogallo, il vero fenomeno di quest’anno con un aumento del 412%: forse con il calore della sua cucina lusitana che contagia gli italiani?
L’Europa dell’Est non resta a guardare: Slovenia è in crescita spettacolare con +308%, Ungheria +231%, Croazia +83%, e Polonia +58%. Sembra proprio che anche quei territori abbiano deciso che mangiare lentamente, sostenibile e con cultura è la nuova frontiera del turismo. E qualcuno aveva ancora dubbi?
Infine, arrivano segnali incoraggianti da località che potremmo quasi definire remote: il sudafricano cresce del 196%, la Nuova Zelanda del 63%, l’Argentina e la Cina del 53% ognuno. Insomma, la cucina italiana di casa fa il giro del mondo, a dimostrazione che il turismo gastronomico, quello vero e autentico, ha un appeal globale che non conosce crisi.
Ma gli italiani? La crescita interna si ferma a un modesto +5%. Non esattamente la rivoluzione, ma comunque un segno che almeno qualche italiano capisce il valore di questi percorsi culinari. Tra le mete più gettonate dai connazionali troviamo immancabile Bologna, che fa sempre gola, seguita da Lago di Como, Venezia, Firenze, Cinque Terre, la Costiera Amalfitana e la Sicilia. Insomma, la solita lista di posti da cartolina, ma ora viaggiati con il palato più che con la fotocamera.