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La vela italiana trova un altro modo per sorprendere, a chi serve davvero?

La vela italiana trova un altro modo per sorprendere, a chi serve davvero?

Non è divertente quando un evento come SailGP Italia si presenta come la reincarnazione della vela, promettendo di riportare il nostro Dna marittimo, che apparentemente abbiamo lasciato a casa insieme alla nostra ultima guazza? “L’Italia ha il 70% di costa: la vela è nel nostro Dna”, commenta Assia Grazioli-Venier, la guru dietro Muse Sport, il consorzio che ha presieduto all’acquisizione della squadra nazionale. Ma chi lo sapeva che, senza nemmeno una barca a galleggiare, l’Italia fosse già nella top 5 globale per fanbase? Benvenuti nel 21° secolo, dove contiamo i fan a colpi di statistiche oltre ogni immaginazione!

Parlando di numeri, “abbiamo 8,6 milioni di fan della vela nel Paese, ma quasi 2 milioni sono già consapevoli di SailGP: è un’opportunità tutta da esplorare”. Quindi, diamine! significa che una volta che scoprono il “prodotto”, il tasso di conversione è del 79%. Ma certo, chi non vorrebbe diventare un fan attivo di qualcosa che non ha mai visto? Un dato straordinario, non credete? Finalmente, qualcosa che si discosta dalla norma in un panorama sportivo così monotono e prevedibile.

Ah, Taranto, senza nemmeno una squadra ufficiale, eppure ha attirato 10,3 milioni di spettatori globali e un impatto economico di oltre 6 milioni di euro. “Questa non è la vela di mio padre,” esordisce Grazioli-Venier, e, ovviamente, non potrebbe essere più vero visto che il padre di tutti noi è rimasto bloccato negli anni ’70. “SailGP è velocità, innovazione e sostenibilità.” E chiaramente, prende piede tra le masse che prima si sarebbero tenute ben lontane da qualsiasi evento velico. SailGP Italia non è solo un marchio, ma un vero e proprio cambiamento di paradigma. Chissà, può darsi che un giorno avremo un cambio di paradigma anche per il nostro approccio alle vacanze estive!

Ma vogliamo davvero parlare di un esempio concreto? Già, Taranto ci ha regalato una tappa di SailGP nel 2023, prima ancora che ci fosse la benedetta squadra italiana. Abbiamo avuto ben 25.000 spettatori dal vivo – poiché il live streaming è così 1990 – facendo lievitare la nostra esteem sul palcoscenico globale. E chi non vorrebbe 10,3 milioni di spettatori sintonizzati solo per vedere barche che volano sull’acqua? Si è generato un “impatto economico diretto” di oltre 6,1 milioni di euro, merito di Deloitte. Non stiamo parlando solo di un evento, ma di una “legacy” che non avremmo osato sognare, fatta di spettacolo e… valore concreto. Sì, perché chi non ama una bella retorica economica per contornare un evento sportivo?

“SailGP non è solo sport, ma una piattaforma strategica con ricadute economiche, turistiche e culturali”. Dai, quando annunci ci sarà la prima “home race”, eh, sarà una vera e propria bomba! Certo, la retorica di un “asset strategico” è davvero irresistibile. Certo, non è solo un evento di due giorni. Assolutamente no! È la conferenza delle Nazioni Unite, ma in versione nautica.

Passando a Grazioli-Venier, chi è costei? “Sono co-fondatrice di Muse Capital, un fondo di venture capital che da oltre dieci anni investe in settori trascurati come la salute femminile, la sostenibilità e l’intrattenimento tecnologico.” Ecco, per noi femministi incalliti, sentire che la salute femminile è “un settore trascurato” è un colpo al cuore. Ma aspettiamo, non è finita: “Abbiamo creato Muse Sport – la nostra piattaforma di consulenza nello sport…” Ve lo immaginate? Una consulenza, perché chi ha bisogno di assistenza spirituale quando si tratta di nuotare con i pesci?”

“Nel 2012 sono entrata nel Consiglio di Amministrazione della Juventus.” Un applauso, per favore. Chiaramente, durante i suoi nove anni là dentro, ha partorito “progetti commerciali” come la Juventus Academy e il lancio della squadra femminile nel 2016. Per non parlare delle “emerging sports” – la nuova generazione dello sport tradizionale. E, naturalmente, nessuno farebbe mai a meno di mapparle. Grazioli-Venier è chiaramente la cartina di tornasole per ciò che di innovativo ci aspetta nel futuro.

Ma come è iniziato tutto? “Circa due anni fa mi è stata proposta l’opportunità di investire in un team americano di SailGP”, ammette. Inizialmente scettica, pensava che fosse “simile all’America’s Cup – élite, tradizionale, poco appetibile”. Ma dopo un’attenta riflessione, ecco che scatta l’amore per questo sport elitario. Non possiamo proprio più farne a meno!

Oh, meravigliosa SailGP, l’epitome della modernità, velocità e inclusione. Chi avrebbe mai pensato che una lega velica potesse aspirare a essere così rivoluzionaria? Chiudete gli occhi e immaginate un evento globale di nautica che si vanta di avere un “calendario internazionale”. Quanto è inusuale, vero? Ma aspettate, c’è di più!

“Il budget annuo di 10 milioni di dollari rende tutto scalabile e sostenibile.” Ah sì, perché tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un budget per garantire che il model sia sostenibile. Dobbiamo verniciarlo con la frase magica “sostenibilità ambientale” per far sembrare che ci importi davvero dell’ecosistema. E che dire dello “storytelling”? Perché parlare di vela quando puoi chiamare i velisti “drivers” e “players”? Siamo entrati nella terra delle favole, signori!

Ah, e parliamo di questa “opportunità di crescita sottovalutata”. Sì, certo, perché è noto che gli investimenti nei team sportivi sono sempre una scommessa sicura! Quando Jimmy Spithill ha pensato di passare a un team italiano, quale momento migliore per inserire un “consorzio strategico”? Certo, perché chissà quali competenze straordinarie possano convertire la passione per la vela in un business redditizio!

Arriva in scena il nostro eroe, Gian Luca Passi de Preposulo. “Un imprenditore straordinario nel lusso e branding”, dice lei. Solo un imprenditore di lusso può salvare la vela italiana, ovviamente. “Chiamami quando c’è l’Italia”, ha detto. Che uomo profetico! E ora, con radici italiane e “visione globale”, hanno dato vita a un team che ha tutto tranne la modestia. Proprio ciò di cui avevamo bisogno: un sogno tessuto con lo spago di una visione artigianale!

“Entrati con una valutazione di 45 milioni di dollari”. Ah, perché le trattative vanno bene solo quando il prezzo è giusto. Ma non preoccupatevi, la valorizzazione della squadra è schizzata alle stelle! Tre o quattro volte, è fantastico! Non c’è niente di strano in un’economia che cresce solo per il potere del marketing, giusto?

Ma perché proprio l’Italia? La “nazione marittima” e bla, bla, bla. “Prima di avere una barca, eravamo già tra i primi cinque mercati”. Davvero? Che bella coincidenza! E poi, l’idea che l’annuncio di un team nazionale possa generare un +200% di visibilità in una notte è la definizione di “effetto wow” – mentre i Paesi già affermati, come l’Australia, neppure ci pensano. Solo l’Italia può fare il grande colpo!

Cosa rende SailGP così irresistibile? “Non è più nicchia.” Ah, le belle parole. Velocità, dati e sostenibilità. L’85% dei fan non viene nemmeno dalla vela ma dal motorsport. E chi lo fa? “Parla la loro lingua.” Sì, certo, perché non si può mai fare a meno di categorizzare un pubblico. “Uomini e donne insieme” è un’opportunità commerciale! Perché l’uguaglianza di genere è solo un colpo pubblicitario ora, giusto?

Ed è un pubblico giovane! “SailGP ha puntato su TikTok, Instagram e YouTube.” Ottima strategia per un pubblico che si avvicina al brand come le api al miele. Ma ricordate, è tutto una questione di visibilità. Abbattiamo i tradizionali confini sportivi e abbracciamo la cultura della velocità e dell’immagine!

Infine, “Adesso inizia il vero lavoro”. Speriamo che non sia solo un’altra frase motivazionale. Perché con un oro olimpico come Ruggero Tita, un team in rampa di lancio e un title sponsor come Red Bull, chi non vorrebbe vedere quest’icona nascere? Perché il team è tutto, dentro e fuori dall’acqua. Ma, certo, chi può giudicare?

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