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Leonardo gioca il tutto per tutto sull’ultima chiamata della joint venture aero: miracoli o disastri in arrivo?

Prepariamoci a un luglio rovente per Leonardo, intrappolata in un balletto di trattative che spaziano dalle aerostrutture ai satelliti, senza dimenticare l’offerta su Iveco Defence. L’ad, con la solita modestia, ci racconta di un “importante accordo in fase di definizione” riguardo alle aerostrutture, promettendo una joint venture internazionale che dovrebbe, a suo dire, risolvere miracolosamente ogni problema.
L’idea geniale sarebbe quella di migliorare le performance grazie all’ingresso di un partner – come se l’assenza di uno non fosse mai stata evidente – giusto in tempo per cavalcare l’aumento delle consegne di Boeing e Airbus. Un capolavoro di strategia: dopo una lunga e intensa fase di negoziati, finalmente si metterà insieme un “campione” industriale. Perché, si sa, l’internazionalizzazione è sempre la soluzione ai nostri guai.
Nel frattempo continuano le chiacchierate con Thales e Airbus per dare vita a un fantomatico gruppo europeo dei satelliti, che dovrebbe sgomitare contro il gigante Starlink di Elon Musk. Anche qui, parola d’ordine: decisione entro luglio. Si aspetta solo che si apra la “data room” magica per fare i conti, valutare tecnologie e prodotti, capire cosa migliorare o sviluppare e infine, forse, dichiarare un entusiastico “ok, avanti!“.
Il ministro Adolfo Urso, pronto con la sua agenda fitta a Parigi, ci ricorda che tra pochi giorni – a metà luglio, guarda un po’ – ci sarà la super riunione bilaterale Italia-Francia. Dove, ovviamente, si parlerà di alleanze in difesa e spazio, come se non avessimo altro a cui pensare.
Non finisce qui: sul tavolo c’è anche l’offerta per Iveco Defence, sempre attraverso la brillante idea della joint venture con la tedesca Rheinmetall. Nessun nuovo partner in vista per ora, solo l’intenzione di presentare una proposta “equa” – parola spesso usata per mascherare offerte non troppo generose – che dovrebbe aumentare la capacità produttiva per i prossimi dieci anni nel campo della difesa terrestre.
Ovviamente, la strategia è “chiara”: niente operazioni finanziarie fantasiose, ma un prezzo giusto. Questo per arrivare a un’offerta vincolante dopo quella preliminare di primavera, perché, come sappiamo, la competizione c’è ed è viva. Dopo una prima due diligence, si prevedono altre offerte, e chissà, magari entreranno nuovi partner.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in visita allo chalet di Leonardo, ha espresso il suo sogno nostalgico: Iveco Defence deve restare italiana, perché è “parte importante” della nostra industria e capacità industriale. Anche qui si batte per una “maggiore integrazione europea” delle capacità industriali della difesa, auspicando quindi tante simpatiche collaborazioni con Francia, Germania e Spagna – come se la burocrazia e le rivalità continentali non bastassero già a complicare ogni cosa.
Per finire in bellezza, Leonardo ha pure annunciato la firma di un contratto per fornire alla saudita Aramco due velivoli C-27J in versione antincendio. Dunque, mentre si tratta su ogni fronte di grandi alleanze e operazioni industriali, il business continua anche in campi meno strategici, ma certamente meno controversi.