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L’Italia scivola in alto: quando l’ammirazione globale fa più ridere che paura

L’Italia scivola in alto: quando l’ammirazione globale fa più ridere che paura
Il mare italiano tra tradizione e futuro: un sistema in bilico tra innovazione e retorica

Il 4° Summit Nazionale sull’Economia del Mare, noto come Blue Forum, si svolge quest’anno con l’enfasi sul tema “Creare valore, il mare nell’anno del Giubileo”. Un evento che, almeno nelle parole ufficiali, appare come una “grande opportunità” per discutere di un settore cruciale per l’imprenditoria italiana, o almeno così dice Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione Normativa, nel suo messaggio d’apertura.

Il Ministro ci tiene a rimarcare che l’economia blu nostrana – quella fatta di cantieristica navale all’avanguardia, servizi portuali, trasporto di merci e persone – è “ammirata a livello internazionale” per la sua magistrale fusione di tradizione e innovazione tecnologica. In tutta sincerità, una perla di moderna retorica istituzionale, che gode di buona salute sulle labbra di chi ama presentarci una filiera che “da generazioni regala lavoro, reddito e benessere” a famiglie e imprese.

Con un tono che rasenta la poesia, Casellati è convinta che il Forum saprà mettere in luce le “eccellenze” di un presunto “marchio Italia” che racchiude economia, storia, cultura, arte e paesaggio. Secondo lei, questa miscela magica dovrebbe portare a più occupazione, crescita economica e sviluppo sociale. Insomma, un’Italia pronta a spiegare le vele, spingendosi verso venti di rinascita e guardando all’orizzonte con un “spirito di avventura” e una fiducia incrollabile nelle proprie capacità.

Nel frattempo, restiamo a osservare questo sfarzoso palcoscenico di parole e promesse, mentre il mare reale sotto il nostro naso continua a galleggiare tra grandi potenzialità e inevitabili contraddizioni, senza ancora trovare una rotta che risolva le tante sfide concrete.

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