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Mare, che fatica! Come spargere sabbia sulla competitività dell’Italia

“Il nostro grande piano strategico per la logistica deve assolutamente includere un modello che esalti l’unica vera ricchezza dell’Italia: il mare. Dobbiamo riconoscere il fatto che l’Italia si posiziona splendidamente come il molo naturale del Mediterraneo, e, perché no, anche come il punto d’incontro tra l’area indo-pacifica e l’Europa. Certo, è imperativo pianificare come usare i porti non solo come punti di accesso, ma anche come hub di distribuzione, sia su ferro che su gomma. Non dimentichiamo l’enorme potenziale del consumo interno nell’Unione Europea e, ovviamente, il ruolo cruciale dell’Italia come ponte verso altre aree, soprattutto verso est.”

Queste le insuperabili parole del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, durante un pomposo pomeriggio a Roma, in occasione dell’evento ‘Alis a Villa Borghese’. Un incontro, organizzato dall’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, per discutere del brillante futuro del sistema produttivo italiano, coinvolgendo soci, stakeholders e, naturalmente, istituzioni.

Non pago di distribuire such perle di saggezza sulla logistica, il ministro ha messo in evidenza l’impatto delle politiche europee sull’agricoltura. “In Europa abbiamo commesso un errore strategico”, ha affermato con una sicurezza che trasmette una certa nostalgia per le scelte sbagliate. “Abbiamo creato un modello autoreferenziale, dove la produzione è mal vista, considerata persino nemica dell’ambiente.” Che novità, eh?

Secondo Lollobrigida, attuare politiche che conducono alla “desertificazione del tuo tessuto produttivo” non è solo una svista, ma un regalo dell’Occidente a stati autocratici. Davvero originale come osservazione! E conclude con un ultimatum: “Dobbiamo rivedere le linee guida della nuova Commissione Europea che stanno mutando questo approccio.” Ovviamente, l’ironia del destino ci fa riflettere su come sia mai possibile che chi governa non si accorga dei propri contraddittori piani.”

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