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Mercati europei tentennano mentre Bitcoin fa il fenomeno con nuovi massimi da sballo

Gli investitori in Europa sembrano incapaci di decidere se fare festa o restare con il fiato sospeso, riflettendo il classico dilemma da mercati: entusiasmarsi di fronte ai record di Wall Street o preoccuparsi per le nuove minacce protezionistiche di Donald Trump. Mentre il Nasdaq sfiora nuovi vertici grazie a Nvidia, prima azienda a superare la sbalorditiva capitalizzazione di 4.000 miliardi di dollari, i contratti sull’Eurostoxx50 si arrampicano timidamente dello 0,2%, mentre quelli sul Ftse Mib si lasciano scappare lo 0,11%.

Peccato però che l’entusiasmo sia messo a dura prova da una vecchia e stanca coperta fatta di dazi doganali, sempre più pesante. L’ultimo colpo di scena è firmato dal presidente degli Stati Uniti: una lista nera di sette Paesi nuovi di zecca che si beccano tariffe comprese tra il 20 e il 30%. Per non farsi mancare nulla, a mercati chiusi è arrivato il mega-dazio al 50% per il Brasile, e per chi pensava che la serie fosse finita, ecco la ciliegina sulla torta: un’imposizione del 50% sul rame. Insomma, perché limitarsi?

Non è tutto: Battute iniziali della settimana assieme a 14 lettere mai meglio specificate (perché il mistero vende), così il nostro amico Trump sembra davvero intenzionato a trasformare il commercio internazionale in un distretto industriale di dazi e ritorsioni cosmiche.

Nel frattempo, dall’altra parte dell’oceano, le ultime minute della Federal Reserve hanno rivelato un board assolutamente frammentato: solo due membri sognano un taglio dei tassi entro luglio, mentre la maggioranza rimane con i piedi per terra, e soprattutto con l’occhio vigile sull’inflazione, che pare abbia trovato nelle politiche tariffarie di Trump un pericoloso rinforzo.

Sul fronte valutario, la danza continua: il dollaro perde terreno dopo un timido tentativo di ripresa, mentre l’euro si riprende un po’ di dignità risalendo a 1,1739. Nel frattempo, il Bitcoin fa il solito show da rockstar, avvicinandosi a un record che sembra quasi una burla: sfiora i 112.000 dollari con un rialzo del 2% a 111.400, toccando punte da capogiro di 111.990 dollari.

In aggiunta, l’oro non è da meno e sale dello 0,36%, con il contratto spot che si attesta a 3.324 dollari l’oncia, mentre il petrolio Brent avanza lentamente dello 0,24%, portandosi a 70,35 dollari al barile. Tutto questa atmosfera da “va tutto bene” viene però raffreddata dal mercato nipponico, che chiude la seduta in calo.

Il Nikkei perde lo 0,44%, lasciandosi dietro 174 punti e poco più, sotto il peso combinato della vendetta tariffaria di Trump e della nuova sorpresa del dazio al 25% sulle merci giapponesi, con la temibile aggiunta del dazio generalizzato sul rame al 50% annunciato come un regalo di cattivo gusto.

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