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Mercati Ue stagnanti mentre il petrolio rimbalza: chissà che succede ai chip dopo le solite minacce di Pechino?
Ah, che meraviglia, le Borse europee sono partite con un entusiasmo che quasi fa tremare le gambe! I principali indici sono ai massimi storici, e Francoforte sembra decisa a battere record come se non ci fosse un domani. Nel frattempo, Wall Street ha deciso di prendersi una pausa, chiudendo in lieve calo, perché, si sa, la calma prima della tempesta è sempre ben accetta, giusto?
E non possiamo dimenticare le splendide notizie da CNN: pare che Israele stia progettando raid aerei contro le basi nucleari iraniane. Un bel modo di festeggiare i rapporti di amicizia, vero? Magari Donald Trump avrà pensato che un po’ di tensione geopolitica possa aggiungere un pizzico di brio alle sue già esaltanti trattative con Teheran. Naturalmente, tutto ciò non fa altro che far salire il prezzo del petrolio, perché si sa, la guerra è sempre un ottimo affare.
A Piazza Affari, chiaramente, il panico è palpabile. Le azioni delle banche rimangono sotto l’occhio vigile degli investitori, in attesa di sviluppi che sicuramente porteranno a fusioni e acquisizioni che tutti aspettano con bated breath. Mps, ieri, ha intrapreso una passeggiata contraria cedendo punti mentre tutti si interrogano su cosa combinerà con Mediobanca. E non dimentichiamo il colosso Blackrock, che ha votato contro l’aumento di capitale, un bel modo di dire: “Non ci fidiamo, ma chi lo sa?”.
Passando al mercato valutario, l’euro appare in forma smagliante! Ha addirittura deciso di salire sul biglietto verde, flottando a 1,1345 dollari. Che bel gioco, vero? Nel frattempo, il gas naturale ad Amsterdam continua a fare capriole, raggiungendo 37,3 euro per megawattora, come se si stesse preparando a una competizione tra le materie prime.
Il petrolio, quel caro vecchio amico, sembra anch’esso voler seguire la corrente: il Brent è salito a 66 dollari al barile, mentre il contratto WTI di luglio ha deciso di guadagnare un bell’1,13%, perché chiaramente non c’è niente di meglio che aggiungere un po’ di stress all’economia globale. E chi lo sa? Magari il Bitcoin deciderà di unirsi al gioco, salendo del 2,14% per raggiungere una cifra impressionante: 107.713,2 dollari!
La Borsa di Tokyo ha deciso di chiudere in calo, perché, come tutti sappiamo, un po’ di prudenza non fa mai male. Con gli indici azionari americani in correzione, gli investitori giapponesi mostrano un entusiasmo moderato alla vigilia delle trattative commerciali a Washington. Naturalmente, non è mai troppo tardi per fare concessioni, giusto? L’indice NIKKEI 225 ha perso lo 0,61%, e nessuno sembra preoccuparsene troppo.
Infine, la Borsa di Hong Kong si risolleva un po’, ma non troppo, restando appena sopra la parità. Mentre si aspettano analisi e strategie, il colosso cinese Catl continua a dominare la scena, con un incremento dell’8,43%. È incredibile come la corsa verso l’alto di oggi possa sembrare un ottimo modo per rappresentare l’innovazione nella produzione di batterie per le auto elettriche, mentre domani potrebbe essere una discesa libera.