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Mfe in modalità urgenza per la nuova Prosiebensat che si diverte a smontare le previsioni

Nel trionfale giorno in cui Mfe festeggia il possesso del 75,6% di Prosieben grazie al tanto agognato “settlement”, ecco arrivare l’inevitabile pugno nello stomaco direttamente da Unterföhring: il colosso bavarese decide di rivedere al ribasso le sue previsioni per il 2025, confessando con franchezza che l’economia nella regione germanofona resta più traballante di un principiante su una bicicletta senza ruote.

Il nuovo oracolo parla chiaro e non nasconde nulla: i ricavi stimati si posizionano tra i 3,65 e i 3,8 miliardi, una bella scivolata rispetto ai precedenti 3,85 miliardi. Per quanto riguarda l’Ebitda rettificato, la caduta è ancora più rumorosa, con un intervallo previsto tra 420 e 470 milioni, ben lontano dai 520 milioni annunciati a suo tempo. La conseguenza? La leva finanziaria prevista balza maldestramente da un obiettivo di 2,5-3 volte a un imbarazzante 3-3,5 volte.

Indovinate un po’ qual è il cuore pulsante di questa crisi annunciata? Naturalmente, la pubblicità. Settembre ha giocato a fare il guastafeste, più fiacco di quanto si aspettassero i saggi della finanza, e le prime avvisaglie di ottobre rincarano la dose della tendenza negativa.

Il consolidamento si apre con brusche virate nell’ultimo trimestre

In questo perfetto scenario in declino, Mediaset si propone come il deus ex machina che dovrebbe dirigere l’orchestra. «L’ultimo trimestre segnerà l’inizio del consolidamento di Prosieben», ha professato con tono solenne Marco Giordani, il mago dei conti e CFO del gruppo guidato, non senza qualche merito, da Pier Silvio Berlusconi. La stampa tedesca, in un curioso rovesciamento di giudizi che rasenta il paradosso, sta rivalutando il ruolo del rampollo Berlusconi, trasformandolo da semplice figlio di un politico a raffinato manager, in grado di tenere a distanza il pezzo grosso della vecchia guardia politica di Silvio Berlusconi, visto qua come un ostacolo più che una risorsa.

Pressioni silenziose sul Supervisory Board

Dal meeting, che si può definire un perfetto cocktail di diplomazia e tattiche a sorpresa, sono trapelati dettagli non proprio da poco: niente “domination agreement” – la famosa magagna che permetterebbe il trasferimento di utili – nei prossimi 12-16 mesi. Né, porca paletta, alcun delisting. Ma attenzione, perché il vero punto caldo è una palpabile intenzione di mettere il turbo al Consiglio di sorveglianza, l’organismo che in Prosiebensat elegge il CDA, con l’obiettivo di uniformare la governance al nuovo assetto oligarchico.

Marco Giordani ha aggiunto con l’aria di chi conosce bene il gioco: «Stiamo aspettando di vedere se qualche consigliere deciderà di dimettersi». Nessun nome sul piatto, ma il riferimento velato – e neanche troppo – è diretto verso Christoph Mainusch e Klára Brachtlová, i due rappresentanti della holding ceca Ppf, fino a ieri soci nel club di Prosiebensat, ora usciti dal portafoglio di Mfe. Nel caso la pazienza venisse meno e nessuno si facesse da parte, il messaggio è netto: non si perderà tempo aspettando l’assemblea generale per riempire i quattro seggi su nove del Consiglio, che dovranno chiamare a raccolta nuovi allegri tifosi targati Mfe.

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