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Mulino Bianco compie 50 anni e mette in scena la festa dei 266 assunti di Cremona: tutti convinti che sia un vero regalo di compleanno

Mulino Bianco compie 50 anni e mette in scena la festa dei 266 assunti di Cremona: tutti convinti che sia un vero regalo di compleanno
Proposta titolo: Mulino Bianco spegne 50 candeline tra ricordi zuccherosi e fabbriche in pausa

Festeggiare mezzo secolo di biscotti e dolcezze non è mica roba da poco, soprattutto quando a farlo è Mulino Bianco, il marchio che dal 1975 ha invaso le nostre tavole e i nostri sogni con oltre 140 prodotti da forno. La celebrazione dei 50 anni, ribattezzata “50 anni di ricordi buoni”, non è stata solo una festa per i consumatori, ma anche un’occasione per coinvolgere direttamente chi, nelle fabbriche italiane, porta avanti la magia del biscotto ogni giorno.

Il 17 giugno, come in una pausa temporale degna di un rito collettivo, tutti gli stabilimenti di Mulino Bianco – da Cremona a Novara, passando per Ascoli, Melfi e Rubbiano – hanno interrotto per due ore il loro ritmo frenetico di produzione. Così, operai e impiegati hanno potuto prendersi un respiro e raccontarsi storie, aneddoti e ricordi legati al “loro” brand, contribuendo a dipingere un quadro molto più umano e autentico di ciò che solitamente si nasconde dietro a uno scaffale ben fornito.

Durante questa insolita pausa, la narrazione è stata affidata a chi con costanza e dedizione tiene viva la qualità del marchio ogni giorno: dai pionieri che hanno assistito ai primi cambiamenti tecnologici, ai nuovi arrivati che intrecciano legami di solidarietà e spirito di squadra tra linee di produzione. Il risultato? Un collage di testimonianze che raccontano passione, orgoglio aziendale e – perché no? – anche crescita personale sotto le luci spesso fredde delle macchine da lavoro.

Il sito storico di Cremona, attivo dal 1974 e steso su una superficie di ben 255.000 m², si distingue per i suoi standard all’avanguardia: 8 linee di produzione e 25 ricette per sfornare ogni giorno da delizie dolci come il Cornetto e la Camille, a prodotti salati come il Pan Bauletto. I numeri sbiadiscono di fronte alla presenza costante di oltre 300 dipendenti, animati da un’invidiabile armonia e cooperazione.

Mario Zanetti, direttore dello stabilimento, può dormire sonni tranquilli grazie a una squadra che sa di essere parte di qualcosa di più grande. Come spiega con un entusiasmo da manuale Rosangela Frassi, operatrice di reparto impegnata nell’installazione di una nuova linea di Pan Bauletto:

“Quando abbiamo avviato la nuova linea del Pan Bauletto, è iniziata una fase di formazione intensa con tecnici, softwaristi e macchinisti. Era un periodo di apprendimento in cui regnava entusiasmo e tanta voglia di fare squadra. Ricordo ancora lo stupore e l’emozione nel vedere le prime teglie uscire calde dalla linea. Sentivo, e sento tuttora, un legame forte con questa linea che ho visto nascere. È stata un’opportunità preziosa per capire davvero come si fa il pane, senza mai perdere di vista la qualità e l’attenzione agli ingredienti che contraddistinguono l’azienda. Questo sapere è una soddisfazione enorme.”

Non mancano di certo impegno e motivazione anche nelle altre linee. Luca de Vito, capoturno responsabile dell’avvio della linea a vapore per il Mooncake Pan di Stelle, ricorda con un pizzico di orgoglio professionale:

“Avevo 35 anni quando, da Tecnologo, ho contribuito ad avviare questa linea innovativa. È stato un passaggio cruciale per il prodotto e per noi come squadra, perché ogni nuova sfida richiede uno sforzo collettivo e tanta passione.”

Ah, la delicatezza di un prodotto che si basa su una cottura a vapore, ispirata alla sacra tradizione giapponese. Ovviamente, dietro questa raffinata magia culinaria c’è una tecnologia così complessa da trasformare ogni passo in un’epica sfida degna di un reality show. Molto è stato fatto, ma soprattutto sudato, da tutti quei team che hanno dovuto combattere contro macchinari rissosi e incomprensioni da manuale. Inutile dire che, miracolosamente, sono riusciti a rispettare le scadenze, ottenendo risultati che ci fanno quasi dimenticare le nottate insonni. Ecco cosa racconta qualcuno che tutto questo lo ha vissuto in prima persona: qui ho trovato un ambiente che ha fatto finta di ascoltare le mie ambizioni, regalandomi pure qualche strumento per imparare cose nuove. Un vero paradiso professionale, insomma.

E non poteva mancare il mitico Mario Maggi, punta di diamante del Magazzino ricambi, che ci illumina con il suo percorso da operatore di produzione a catalogatore seriale di pezzi di ricambio. Un uomo affascinato dalle dinamiche nascoste dietro le linee produttive, fervido studioso della frolla a partire dalla sua costruzione (sì, la frolla ha un’origine, non è un mistero cosmico). Mario è il ricordo vivente di una linea storica che, tra innovazioni e nostalgie, mantiene ancora quell’anima originale cui tiene come a un tatuaggio di famiglia. Eh sì, il magazzino non è solo un deposito di pezzi, è la culla della conoscenza segreta della produzione!

Questo polo produttivo, insomma, non è semplicemente un avamposto tecnologico: è una comunità vibrante, dove l’esperienza incontra l’innovazione – o almeno lo tenta con agonia – e dove le persone sono protagoniste involontarie di un’odissea collettiva verso un’astratta “eccellenza”.

Non poteva certo mancare il tocco di teatralità celebrativa: dal veterano più datato fino alla creatrice delle “Sorpresine”, Graziella Carbone, passando per facce note come Orietta Berti – sì, proprio lei, intramontabile icona delle campagne più amate – Mulino Bianco ha deciso di fare l’ennesimo regalo a chi ha “fatto la storia”. Ovviamente, niente di inutile: un Maxi-Pack speciale con un assortimento del frollino Piccolo Mugnaio Bianco, quel personaggio che, non contento di accompagnare la comunicazione da mezzo secolo, oggi si erge a testimonial ufficiale della campagna “50 anni di ricordi buoni”. Un gesto tanto simbolico quanto strategico, perché si sa, nel marketing la nostalgia vende più del tapis roulant in palestra.

Carolina Diterlizzi, la vice president del marketing Mulino Bianco, ci regala questa perla di saggezza:

“In questi 50 anni Mulino Bianco ha saputo ritagliarsi un posto speciale nella quotidianità degli Italiani e nei loro ricordi, grazie anche a chi, anno dopo anno, con passione, professionalità e dedizione, ha collaborato alla scrittura di ogni pagina di questa bellissima storia.”

Diterlizzi continua con tono epico:

“Mulino Bianco è un brand amatissimo anche grazie al cuore, alle mani e ai sorrisi di chi ogni giorno ha creduto in un sogno buono. Ed è proprio con queste persone che oggi vogliamo festeggiare questo traguardo, perché senza di loro, il nostro amato Mulino sarebbe solo un mulino senza bianco… Mezzo secolo di storia in cui abbiamo costruito un mercato che continuiamo ad innovare con prodotti in linea con i capricci dei consumatori moderni. Grazie a tutti coloro che hanno fatto la propria parte per questo successo.”

Dall’ottobre del 1975, quando i biscotti come Tarallucci, Molinetti, Pale, Campagnole, Galletti e Macine hanno fatto capolino sulle tavole italiane, fino ad arrivare a oggi, il marchio ha tessuto un fitto intreccio di prodotti destinati a diventare parte integrante dell’immaginario collettivo. Da campagne pubblicitarie memorabili a oggetti cult come la tazza in coccio, la radio sveglia e – ovviamente – le indimenticabili “Sorpresine”. Non possiamo dimenticare personaggi del calibro del Piccolo Mugnaio Bianco e della gallina Rosita, simboli di un legame quasi affettivo con generazioni e generazioni di utenti.

Oggi l’universo Mulino Bianco conta su una gamma che spazia da biscotti a merende, pani, cracker e altre specialità da forno, con oltre 140 referenze (divise in 180 formati diversi, perché cinque di più o di meno fanno la differenza). Tutto questo viene prodotto in sei giganteschi stabilimenti sparsi per l’Italietta, una superficie totale di oltre 1.180.000 metri quadri – praticamente una città della produzione – con 50 linee produttive e quasi 1.900 anime che lavorano per mantenere viva la leggenda.

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