Collegati con noi:

Notizie

Nautica da sogno o bolle di sapone? Il mercato globale della cantieristica sfonda quota 34,8 miliardi con un 7% di crescita che fa girare la testa

Nautica da sogno o bolle di sapone? Il mercato globale della cantieristica sfonda quota 34,8 miliardi con un 7% di crescita che fa girare la testa

Il 2023 si chiude con un boom spettacolare per la cantieristica nautica mondiale: il mercato globale ha sfondato il muro dei 34,8 miliardi di euro, segnando un’inarrestabile crescita del 7,3% rispetto all’anno precedente. Ovviamente, perché tutto sia bilanciato, il 2024 si presenta già più “tranquillo”, con una previsione di contrazione intorno al 5%. Un ridimensionamento generale che però non sfiora affatto il segmento dei grandi yacht di lusso, dove si attende un’ondata di crescita dal 5 al 10%, a seconda delle fasce di mercato. E non mancano le mine vaganti: le nuove tensioni commerciali, con i dazi USA in agguato, promettono di colpire duro soprattutto piccole e medie imbarcazioni. Ma a questo punto, che importa? L’industria italiana si gode la stagione d’oro, con previsioni di crescita per il 2024 guidate dal segmento dei grandi yacht, che continuano a mantenere alto il vessillo nazionale nei mari internazionali.

Queste brillanti analisi arrivano da un documento che suona quasi come una ricetta miracolosa: “The State of the Art of the Global Yachting Market 2025 Edition”, realizzato da Deloitte insieme a Confindustria Nautica. Giunto alla sua terza edizione, il report è stato sbandierato in anteprima nella super glam sede di Borsa Italiana, a Palazzo Mezzanotte, proprio all’apertura del 65° Salone Nautico di Genova. Una cartina tornasole per capire dove sta l’Italia nel complesso mosaico dell’industria nautica globale. A sottolinearlo è Marina Stella, direttore generale di Confindustria Nautica, che senza troppi giri di parole definisce questo studio “un elemento strategico di conoscenza per gli operatori di settore”. Tradotto: un mattone in più con cui pavimentare il cammino verso una nautica sempre più tricolore, soprattutto alla vigilia della presentazione ufficiale di “Nautica in Cifre 2024”, fotografia puntuale del nostro comparto, in calendario proprio nella città simbolo del settore.

Lo scenario che emerge è tanto entusiasmante quanto prevedibile. Secondo le interviste raccolte da chi “fa” l’industria, i saloni nautici e gli eventi dedicati continuano a essere il vero trampolino di lancio per espandere affari e relazioni. E indovinate un po’? Questo si traduce in un contributo sempre più consistente al surplus della bilancia commerciale italiana. Ora, se vi state chiedendo quale sia la posizione dell’Italia nel ranking europeo (e mondiale) della nautica, la risposta è più schiacciante di un’onda d’urto: l’Italia è il primo esportatore al mondo, con un titanico 90% della produzione destinata all’export.

Ma non finisce qui: questo gigante tricolore rappresenta circa il 13% del surplus commerciale nazionale. Un salto impressionante se si considera che nel 2015 quella percentuale si fermava al 3%. Quanto al settore dei superyacht, beh, l’Italia sorride da leader indiscussa con il 54% degli ordini a livello mondiale per unità realizzate e il 34% del loro valore economico. Il traino? La fascia compresa tra i 30 e i 60 metri, un vero e proprio cavallo di battaglia made in Italy.

Tommaso Nastasi, partner e value creation service leader, sintetizza la realtà con una precisione chirurgica: “La cantieristica nautica italiana continua a distinguersi come un player globale di riferimento, combinando leadership industriale e una straordinaria capacità di export, soprattutto nel segmento dei grandi yacht”. Insomma, mentre il mondo naviga in acque tempestose, la barca italiana sembra issare il vessillo del successo senza paura delle onde.

Secondo Deloitte Italia, nonostante il mercato sembri essersi preso una pausa per riflettere, i fondamentali del settore nautico sono più robusti di quanto non siano mai stati negli anni passati. Sembra quasi che l’industria sia pronta a cavalcare l’onda di domanda futura per barche di lusso, grazie all’aumento della ricchezza privata e a un posizionamento competitivo che, udite udite, sarebbe unico al mondo. Risultato? Nel 2023, il mercato globale delle nuove costruzioni ha toccato la bellezza di 34,8 miliardi di euro, crescendo del +7,3% rispetto all’anno precedente. Una performance che, guarda un po’, supera la crescita del PIL globale (+2%), perfettamente allineata con l’aumento della ricchezza degli Ultra High Net Worth Individuals, quei pochi fortunati con patrimonio oltre i 30 milioni di dollari, e ai mercati azionari scintillanti come sempre.

Nord America ed Europa, chiaramente, si confermano le regine del ballo, rappresentando complessivamente il 72% del mercato. Ma attenzione, perché per il 2024 si prevede una contrazione globale del -5%, soprattutto a causa del calo delle barche di piccola taglia. Tranquilli però: i marchi Premium e i superyacht, quei colossi galleggianti di lusso, sembrano destinati a compensare più che degnamente questa perdita. L’Italia, fedelissima alla sua fama di eccellenza produttiva, si aspetta invece ancora un bel respiro di crescita, soprattutto perché il gioco si fa serio con i grandi yacht, proprio quelli da sogno che fanno sognare armatori e appassionati.

Da un 2019 mediamente timido, il segmento dei Superyacht ha messo le ali: +6,5% di crescita del fatturato, ben oltre il modesto +3,8% del “lusso esperienziale”. Anche la redditività non scherza, toccando il 15%, quasi vicino al 17% del settore del lusso esperienziale, ma con un incremento di marginalità che fa girare la testa, +9 punti percentuali dal 2018. Nel 2023, il Global order book – ovvero l’elenco degli ordini globali – ha sfondato ogni record con 696 unità, il massimo dal 2009. Un effetto post-Covid? Sicuro, ma con un avvertimento: dal 2024 ci sarà stabilità, niente più follie.

Gli yacht oltre i 60 metri? Solo il 15% delle unità ma un peso ben più consistente, il 57% del valore complessivo. Le consegne poi hanno toccato quota 212 unità nel 2023, un dato da Guinness del settore, alimentato soprattutto dalle barche tra i 30 e i 40 metri, perfette per la nuova generazione di armatori sognatori. E per il 2024 si punta a quasi 235 unità consegnate, giusto per confermare che il sogno non muore mai.

I grandi player italiani, con le loro sfere di cristallo, pronosticano una crescita più contenuta per il 2024 e un rallentamento nel 2025, prima di un magari, forse, speriamo, recupero nel 2026/2027. Insomma, il mercato degli yacht e dei superyacht sopra gli 80 piedi continuerà a fare da locomotiva del comparto, anche se la strada non sarà tutta in discesa.

Dazi e nuovi arrembaggi: i problemi dietro il sogno

Ma pochi festeggiano a cuor leggero: tra i nodi da sciogliere, ci sono le incognite dei dazi, che spaventano la domanda e sbriciolano le marginalità. E non finisce qui: si parla anche di revisione dei listini prezzi e di quel simpatico “destocking” da parte dei dealer, già cominciato nel 2024/25, ovvero quella strategia infallibile per far respirare i magazzini, con buona pace delle vendite galoppanti.

I giovani acquirenti non sono da meno: più attenti alla sostenibilità, alla digitalizzazione e a un design su misura che rifletta uno stile di vita impeccabile, questa nuova leva di consumatori sta decisamente gettando benzina sul fuoco delle sfide future, costringendo produttori e brand a rincorrere queste mete altissime.

Ernesto Lanzillo, leader di Deloitte Private Italia, mette i puntini sulle i riguardo alle paure sempre più concrete per il 2025:

“I dazi rappresentano uno dei principali fattori di incertezza che caratterizzano le aspettative di performance di vendite e marginalità per il 2025.”

“Per un settore come quello della nautica, che pesa moltissimo nel surplus commerciale del nostro Paese, serve una revisione seria delle strategie doganali finora adottate. Prima di tutto, bisogna assicurarsi di aver sfruttato tutte le agevolazioni regolamentari disponibili e poi valutare opportunità per aprirsi a nuovi mercati meno esposti a turbolenze tariffarie o pensare a delocalizzazioni produttive tramite alleanze internazionali. E, sorpresa, le fiere di settore tornano ad avere un ruolo chiave, non solo per far brillare i prodotti, ma soprattutto per tessere relazioni strategiche con operatori di tutto il mondo.”

Continue Reading

Le foto presenti su Lasconfitta.com sono state in larga parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione - indirizzo e-mail redazione@lasconfitta.com , che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.