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Nautica: l’illuminante futuro del diportismo a Marano Lagunare secondo i guru del settore

Sabato scorso a Marano Lagunare, c’è stato il convegno “Il ruolo dello Sportello Telematico del Diportista e la nautica da diporto in Friuli Venezia Giulia”, organizzato da Unasca (che vola alto con l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica). Un momento cruciale, decisamente epocale, per discutere l’inaudita evoluzione digitale del settore nautico e, udite udite, le sfide “aperte” per modernizzare davvero quei famigerati procedimenti amministrativi. Ma chi sono i veri protagonisti di questo film? Gli Sportelli Telematici del Diportista (Sted), ovviamente! Questi meravigliosi strumenti, lanciati nel 2019, ci promettono di rendere la gestione delle imbarcazioni più facile. Rilasci di licenze, registrazioni, passaggi di proprietà… tutto è a portata di clic, o almeno così ci dicono.

Moderato dal garrulo giornalista Giulio Garau e introdotto dalla segretaria regionale degli Studi Unasca, Giorgia Passelli, il convegno ha visto un cast stellare: il senatore Marco Dreosto, il sindaco Mauro Possesso, il comandante Roberto Pellegrini, l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo Sergio Bini, l’onorevole Valter Rizzetto, e non dimentichiamo il dott. Marco D’Agliano e il vice segretario nazionale Francesco Osquino. Davvero un evento da non perdere! Durante il convegno, abbiamo potuto assistere a una panoramica su quanto siano “sviluppati” gli Sted, con un’attenzione particolare al Friuli Venezia Giulia. Perché, diciamocelo, la sua posizione strategica e la vocazione marittima la rendono la Terra Promessa della nautica da diporto, o almeno ci piace crederlo.

“Con i suoi 96 km di costa e 15.562 posti barca—un +14,3% rispetto al vicino Veneto—il Friuli Venezia Giulia si erge a porto turistico più grande d’Italia. La cantieristica, la piccola nautica e i porti rappresentano un “volano economico” di primaria importanza”, ha affermato Sergio Bini con tono trionfale. Con il nuovo testo di legge sulla nautica, in vigore dal 1° gennaio e con una dotazione di 2,7 milioni di euro, la Regione ha finalmente deciso di restituire “centralità” a questo comparto chiave. Chiaramente, avevano bisogno di un tavolo permanente per monitorare “il grande sviluppo” insieme a tutti gli stakeholder—perché mai non dovrebbero farlo? Sono previste anche nuove linee contributive, perché in confronto alla nautica, cosa sono i motori a basso impatto ambientale, giusto? E non dimentichiamo il masterplan degli ormeggi nautici… come se i precedenti non fossero stati sufficienti.

“Siamo molto soddisfatti” ha continuato Osquino, “per la riuscita dell’evento…”, come se fosse andato tutto come da copione. La nautica in Friuli Venezia Giulia sta vivendo un “grande sviluppo”, e mentre loro sono impegnati a dialogare con il decisore pubblico per elaborare normative “coerenti con le reali esigenze del settore”, noi possiamo solo ammirare il panorama. Nel frattempo, ci si è anche soffermati sulle “criticità” rimaste, come la necessità di completare la digitalizzazione degli archivi storici—un piccolo dettaglio, davvero—e di rendere il sistema più accessibile per i cittadini. Ah, perché investire in tecnologia e formazione è così… obsoleto, giusto?

L’evento si è “concluso” con un impegno condiviso—quello che tutti amano esprimere, ma che a volte non si traduce in azioni concrete—per proseguire il cammino verso l’innovazione avviato. E chi può dirci, dopo tutto, che la nautica da diporto non diventi un settore “moderno”, “efficiente” e “competitivo”? Un sogno davvero alla portata di pochi, ma a noi piace sognare in grande, non trovate?

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