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Nestlé e Unesco riconoscono un centinaio di squadre giovanili per innovazioni verso un’alimentazione sostenibile

Cento giovani innovatori, tutti pronti a cambiare il mondo con idee brillanti, riceveranno borse di studio per migliorare i sistemi alimentari. Sì, perché abbiamo bisogno di **iniziative** per **sviluppare** soluzioni che garantiscano **sostenibilità** e **resilienza**, come se non fosse già chiaro a tutti che le pratiche agricole **rigenerative** sono l’unica via d’uscita. L’obiettivo è ambizioso: **aiutare** 500mila persone. Un traguardo **monumentale**, peccato che suoni più come una bella frase da mettere in comunicato stampa che non una reale strategia.

Sulla scia di un **fantomatico successo** in **America Latina** nel 2023, dove 20 giovani leader hanno portato prosperità a 130mila membri della comunità, l’iniziativa **Youth Impact: Because You Matter**, sponsorizzata da **UNESCO** e **Nestlé**, si prepara a conquistare il mondo. Qui parliamo di **sfide** ai sistemi alimentari, ma sembrerebbe che si dimentichino le **promesse** da mantenere. Immaginate: giovani tra i 18 e i 30 anni sostenuti nella creazione di idee imprenditoriali per **rendere** la produzione e il consumo alimentare più sostenibili. La domanda sorge spontanea: chi li finanzierà se non **cambieremo** le regole del gioco?

“Una **forza lavoro** altamente qualificata e un approvvigionamento di materie prime più resiliente sono essenziali”, sostiene **Laurent Freixe**, Ceo di **Nestlé**, quasi come se i suoi progetti non facessero parte dello stesso sistema che ha contribuito a creare un’alimentazione non sostenibile. Ci assicura di affrontare la crescente popolazione e il cambiamento climatico, ma in un mondo ideale, chi vorrebbe mangiare le loro baionette? Eppure, **suggeriscono** che sostenere i giovani innovatori sia la chiave per risolvere tutto, come se l’innovazione potesse riparare in tempo record i danni fatti.

Il programma **Youth Impact: Because You Matter** offre corsi di formazione e mentoring personalizzati per i giovani, come se avessero bisogno di qualcun altro per dirgli cosa fare. Un hub di **formazione** che durerà sei mesi e si appoggia su un’altra iniziativa, la **Youth Entrepreneurship Platform (Yep)** di **Nestlé**, è il centro del progetto. Intanto, l’**iniziativa** di **Nestlé Needs Youth**, che esiste da un’eternità, ha già “aiutato” dieci milioni di giovani ad accedere a opportunità economiche. Ma con quale successo reale? Non c’è da stupirsi se ci si chiede che fine abbiano fatto questi 10 milioni di giovani.

Come se non bastasse, ci viene servita l’idea che **Nestlé** non solo stia alleviando le preoccupazioni dei giovani, ma stia anche *“garantendo”* competenze per il 2030, alla luce di un futuro che sembra sempre più buio. Di questo passo, ci si può chiedere quanto sia profondo il **divario** tra la teoria e la pratica.

Estenderò la questione: non è divertente vedere altre nazioni con programmi più efficaci e un reale miglioramento delle condizioni **agricole** e alimentari? Ma, certo, noi siamo qui a confessare un fallimento in più, mentre **Nestlé** e **UNESCO** si promettono **miracoli** da soli. Chissà, forse un giorno, questi “giovani innovatori” riusciranno a risolvere i problemi che le loro **grandi aziende** hanno contribuito a creare.

Ma ecco l’ironia della situazione: alla fine di tutti questi sforzi, cosa rimarrà? Sarà sufficiente per risollevare le sorti di chi, nel mentre, continua a lottare per un pochettino di cibo sano? Ciò che ci resta è domandarci se non fosse tutto un grande **campagna** pubblicitaria per alleviare le **coscienze** di chi già usufruisce di **eccessi** e **inefficienze**. Le soluzioni? Magari investire realmente nelle comunità senza ulteriori **promesse** vuote; ma ahimè, questa è una **fantasia** a cui molti smettono di credere.

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