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Nuovo crollo per le Borse, Milano perde il 6% e lo spread vola a 125 punti base

La performance, tanto celebrata, è in realtà il riflesso di un calo del rendimento del Bund tedesco, che scivola al 2,51%. Eppure, l’attenzione è tutta sull’ormai trascurabile aumento del rendimento del BTp decennale benchmark, che si ferma al 3,74% rispetto al ridicolo 3,75% del giorno precedente. In un mondo così disastrato, notare che il BTp italiano si muove contraddittoriamente rispetto ai titoli di Stato di Francia, Germania e Spagna è come vedere un pesce rosso nel deserto: per quanto sorprendente, non fa altro che sottolineare l’assurdità della situazione.

Il dollaro, sempre in bilico, si trova in difficoltà. I mercati azionari sono in caduta libera e le previsioni di una recessione imminente negli USA non fanno che alimentare ulteriormente questo trend. Il biglietto verde perde terreno contro le principali valute, con operazioni che già prezzano cinque tagli dei tassi da 25 punti base da parte della Fed entro la fine dell’anno. E così, l’euro si stabilizza attorno a quota 1,1 dollari, come se ci fosse un senso di normalità in questo caos.

E nel bel mezzo di questa irrefrenabile spirale, il petrolio scivola a picco, raggiungendo i minimi dal 2021. Il Wti di maggio sotto i 60 dollari al barile e il Brent per giugno a 63 dollari, come se il mondo intero avesse deciso di dimenticare i prodigi del caro oro nero. Le vendite colpiscono anche l’oro, che si ritrova a dover “realizzare” i guadagni accumulati; incredibile, ma vero, il metallo giallo è scivolato ai minimi da tre settimane e mezza. E il Bitcoin? Giù a 74.000 dollari, azzerando i guadagni dal trionfo di Trump come presidente.

Se pensi che tutto questo sia surreale, aspetta di leggere del mercato azionario di Hong Kong. Con un calo del 13,22%, siamo davanti alla peggiore performance dal 1997! Chi avrebbe mai pensato che una guerra commerciale e l’inflessibilità di Trump sui dazi potessero provocare un tale disastro? Anche Tokyo non si salva: il suo indice Nikkei è crollato quasi dell’8%. Un divario amaro tra desiderio e realtà.

Le Borse cinesi non sono da meno, anzi, l’indice Composite di Shanghai ha ceduto il 7,34%, mentre Shenzhen ha fatto persino peggio, perdendo il 10,79%. Tutti a chiedersi come sia possibile che il caos economico possa così facilmente stravolgere mercati, prospettive e vite. A questo punto, la domanda sorge spontanea: non c’era una promessa di un futuro migliore?

E quale sarebbe la soluzione? Forse un controllo più rigoroso delle politiche monetarie globali, oppure una riflessione sulle conseguenze delle guerre commerciali? Ma ora mi chiedo: le speranze di stabilità economica non sono già state spazzate via?

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