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Nvidia realizzerà supercomputer di intelligenza artificiale completamente negli Stati Uniti

Nvidia annuncia la sua rivoluzione, ma la realtà è ben diversa. Si parla di produrre supercomputer di intelligenza artificiale interamente negli Stati Uniti, con una previsione di **500 miliardi di dollari** di investimenti in infrastrutture nei prossimi quattro anni. Sarà davvero così, o è solo una delle tante promesse che caratterizzano il mercato moderno?

Nvidia, azienda di semiconduttori di **Santa Clara** in **California**, gioca le sue carte in un post sul blog, dichiarando di collaborare con partner manifatturieri per edificare fabbriche in patria. Over 90mila metri quadrati di spazio produttivo sembrano un grande passo per la produzione di chip **Blackwell** in **Arizona** e per i supercomputer di **AI** in **Texas**. Ma, a conti fatti, è più una mossa pubblicitaria che una reale innovazione. Infatti, ci si chiede spesso: queste fabbriche nasceranno o sono solo l’ultima illusione?

Foxconn, conosciuto per essere il gigante della produzione elettronica, e la taiwanese Wistron devono ritenersi fortunati a ottenere un contratto che li porterà a costruire stabilimenti in **Houston** e **Dallas**. E se la produzione di massa è prevista per i prossimi 12-15 mesi, la domanda strisciante è: succederà davvero, o assisteremo nuovamente a un glorioso annuncio che svanirà nel nulla?

La verità è che i supercomputer di intelligenza artificiale, presentati come i nuovi “motori” di data center per l’elaborazione di **AI**, si configurano come un miraggio in un deserto di eccessi e promesse non mantenute. È curioso come si parli di innovazione mentre si continua a rimandare soluzioni concrete.

Non serve un esperto per comprendere che tutto ciò potrebbe essere solo l’ennesimo tentativo di rifarsi una verginità in un’industria in crisi. Se altri paesi, come la **Germania** e la **Corea del Sud**, sono già avanti nel campo della produzione tecnologica avanzata, come possiamo credere che gli Stati Uniti possano mantenere il passo con annunci vuoti? E se gli enormi capitali promessi rappresentano una vera opportunità, siamo sicuri che non si tramuteranno in vani progetti e delusioni per i lavoratori e i consumatori?

La risposta potrebbe già trovarsi tra le righe di politiche non attuate e riforme fallite. Si annunciano cambiamenti, ma le azioni concrete scarseggiano. E alla fine, su chi ricadrà la responsabilità delle promesse non mantenute? Persone comuni, ovviamente — l’ennesima vittima di una burocrazia inefficace.

In un futuro ipotetico, potremmo immaginare un mondo in cui tutte queste promesse si traducano finalmente in risultato reale. Ma, chissà, potrebbe essere solo l’ennesimo sogno americano svanito nel silenzio dell’efficienza promessa.

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