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Ottobre: il grande spettacolo del consumo sfrenato.

Il primo forum del largo consumo si farà a Roma il 15 ottobre. Ma chi aveva veramente bisogno di un annuncio per un evento del genere? Non possiamo nemmeno dire che non ci siano state anticipazioni durante l’assemblea generale di Centromarca a Milano, dove, sorprendentemente, il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, ha deciso di infiammare gli animi con le sue rivelazioni.

Mutti ha voluto chiarire, con una certa enfasi, che il forum non è solo un altro evento in agenda, ma un’opportunità per tutti gli attori della filiera del largo consumo di incontrarsi. Che novità! Come se non avessimo già un’infinità di incontri e dibattiti, ogni volta accompagnati dalle stesse vuote promesse di crescita.

“Abbiamo bisogno”, dice Mutti, “di essere percepiti per quello che siamo: uno dei principali settori strategici dell’Italia.” Oh, davvero? Perché finora mi pare che la percezione collettiva vi stia, ahimè, sfuggendo. La strategia, secondo Mutti, richiede una politica industriale “coerente, coordinata e con una visione di medio e lungo periodo.” Una visione a lungo termine? Perché non ci siamo già passati e tornati? Advantiamo lentamente verso il futuro, come se il tempo non fosse un fattore critico.

Scusate, ma l’attesa di una “visione” reale da parte del governo, che non si concretizza in pesanti tasse sul consumo, sembra una richiesta tanto ragionevole quanto utopica. Ma come sempre, Mutti ha un piano: “Politiche per avere un minore impatto della burocrazia.” Quale impatto? Ma certo, perché snellire la burocrazia è sempre stato il vero obiettivo da perseguire, vero?

E in un colpo di genio, l’idea di aggregare le aziende italiane per farle crescere dimensionalmente è stata sbandierata come la panacea di tutti i mali economici. Chissà se nel frattempo qualcuno ha pensato che, forse, è tempo di cambiare mentalità piuttosto che continuare a chiedere aiuti e politiche favorevoli come se fossimo ancora ai tempi del dopoguerra.

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