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Panetta si rifà a Marco Polo per l’ennesimo ‘capolavoro’ economico contro Trump

Il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, decide di concludere il suo intervento alla Sessione d’apertura del Consiglio dei Governatori della Banca Asiatica di Sviluppo citando Marco Polo, il quale, chissà per quale motivo, “ha attraversato non solo i confini della geografia ma anche quelli dell’immaginazione”. Certamente queste parole dell’esploratore servono oggi a Panetta per mettere in luce l’importanza di investire nella cooperazione globale, contrastando di fatto il protezionismo tutto americano di Trump, e invitando a seppellire il conflitto, che tradotto significa guerra commerciale e dazi.

“La mia volontà era scoprire e la volontà era più forte della paura”, scrisse Marco Polo. Ecco, se a qualcuno era sfuggito, questo messaggio è ripreso da Panetta, che conclude con un’accesa esortazione: “Dobbiamo continuare a scegliere la cooperazione anziché il conflitto, l’apertura anziché le barriere, il coraggio e non l’esitazione, perché il futuro che stiamo costruendo non richiede niente di meno”. Che bellezza, vero? Quasi commovente.

Analizzando l’intervento di Panetta, si delinea un vero e proprio ‘manifesto’ che scardina le radici stesse del protezionismo e del nazionalismo economico, come se ci trovassimo davanti all’illuminazione che finalmente illumina i cammini bui del pensiero protezionista.

Insomma, Panetta parte dal “dividendo di pace”, questo miracoloso concetto di cui, ahimè, abbiamo giovato finora. Parla di “decenni di progressi senza precedenti nella cooperazione internazionale e nell’integrazione economica” che avrebbero portato prosperità e stabilità. Eppure, giustamente, aggiunge che “oggi, questo quadro è seriamente messo a dura prova”. Davvero sorprendente, quasi come se la storia si ripetesse.

Il Governatore della Banca d’Italia lancia quindi il suo avvertimento. In un periodo di tensioni geopolitiche crescenti, “dobbiamo guardarci da pericolosi passi indietro che potrebbero compromettere i successi duramente conquistati negli ultimi decenni”, perché “la pace rimane il fondamento indispensabile del progresso”. Addirittura! Ma come? Lo stato di cose attuale potrebbe essere messo in discussione? Preparate i fazzoletti, per favore.

Poi arriva l’affondo diretto. “Il protezionismo minaccia di vanificare questi risultati e di indebolire il tessuto stesso della prosperità globale”. Wow, chi lo avrebbe mai detto? Forse Trump e tutta la sua corte non lo sanno. O magari sì, ma preferiscono ignorarlo.

In questo contesto, Panetta evidenzia che “preservare l’integrazione economica e rafforzare la cooperazione internazionale non sono facoltativi, bensì essenziali”. Non ci voleva molto a capirlo, ma è sempre bello quando qualcuno lo dice ad alta voce. Le istituzioni multilaterali “svolgono un ruolo fondamentale nel salvaguardare l’apertura, la stabilità e le regole condivise che sono alla base della prosperità globale”. Chiaramente, tutto l’opposto del trumpismo, giusto per concludere in bellezza. Dobbiamo solo sperare che qualcuno ascolti.

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