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Pasqua in Europa e USA: tutto si ferma mentre Tokyo fa la sua danza guadagnando un punto percentuale
In un venerdì festivo, mentre i mercati europei e americani si concedono una pausa per Pasqua, i mercati azionari asiatici sembrano prendere una pausa caffè, aspettando che qualcuno abbia la bontà di fare chiarezza sulle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. La Borsa di Shanghai e quella di Shenzhen chiudono la giornata attorno alla parità, come se avessero ricevuto l’ordine di non muoversi fino a nuovo avviso. Nel frattempo, i listini di Hong Kong e di Sydney hanno deciso di fare la siesta e restare chiusi.
Ma ecco la Borsa di Tokyo che si è svegliata con un certo ottimismo, archiviando un chiusura in rialzo, con un +1,02% che porta l’indice Nikkei a 34.730 punti. È un clima di attesa, si dice, ma in realtà è più simile all’ansia di chi aspetta un messaggio di testo dall’ex. L’indice Topix va avanti guadagnando l’1,14%, a 2.559 punti. Nel frattempo, mercoledì, Tokyo ha avviato trattative sui dazi a Washington, richiedendo un accordo “il prima possibile”, prima che i famosi 90 giorni concessi da Donald Trump per le famose tariffe doganali scadano. E indovinate un po’? La Cina è esclusa da tutto ciò – sorpresa!
È da notare che in Giappone l’inflazione sta facendo capolino con un +3,2% a marzo, e il motivo è che il costo del riso sta lievitando più di qualche pettine sulla testa di un campione di wrestling. Secondo i dati governativi, i prezzi al consumo (esclusi i freschi, che sono evidentemente troppo freschi per essere considerati) sono saliti, accelerando dopo che a febbraio si erano “calmati” al 3%. E chi pensava che fosse finita? Anche i prezzi dei cereali sono schizzati in alto del 25,4%, grazie a un leggendario aumento dell’92,5% nel prezzo del riso, quell’elemento essenziale nella cucina giapponese, che evidentemente non conosce l’arte della moderazione.
Per cercare di fermare questa follia, il governo giapponese ha iniziato a rilasciare milioni di tonnellate delle sue riserve strategiche di riso, come se fosse un rifornimento d’emergenza per il popolo, sperando che a qualcuno venga in mente di partecipare a queste aste come a una vendita al mercato delle pulci.
Da un’altra parte del pianeta, negli Stati Uniti, il Congresso ha deciso di intervenire nel mondo delle quotazioni, esprimendo il suo disappunto nei confronti della Contemporary Amperex Technology Co., il produttore cinese di batterie. Le azioni di questa brillante compagnia chiudono la giornata in positivo, guadagnando un +0,16%, dopo che una commissione del Congresso americano ha chiesto a due banche statunitensi di alzarsi e andare via, lasciando a bocca asciutta la prevista offerta pubblica iniziale a Hong Kong. Ecco come si fa per far filare l’economia: un vero gioco di squadra, vero?