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Perché senza il nostro aiuto le infrastrutture critiche? Meglio lasciarle al caos allora

Perché senza il nostro aiuto le infrastrutture critiche? Meglio lasciarle al caos allora

In sintesi, un affascinante esempio di come la tecnologia possa, ancora una volta, promettere un

La collaborazione robotica tra a.Quantum e

L’unione tra a.Quantum e l’Istituto Italiano di Tecnologia è pronta a rivoluzionare la robotica per infrastrutture, svelando un piano tripartito che va dal monitoraggio alla costruzione fino alla rivoluzione del riciclo.

Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha dichiarato che il laboratorio congiunto nascerà per concretizzare una serie di progetti robotici in tre ambiti essenziali: il primo riguarda il monitoraggio delle infrastrutture con compiti già delineati ma da perfezionare; il secondo si concentra sull’uso di robot nel cantiere per agevolare la costruzione; il terzo mira a rivoluzionare la gestione dei rifiuti attraverso un robotico “sorting” che renderà gli impianti quasi completamente automatizzati.

Questo accordo triennale tra a.Quantum, società del Gruppo Acea impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per il mercato non regolato, e l’IIT, eccellenza italiana della ricerca scientifica e tecnologica, sancisce la nascita del Robotic Joint Lab. Il laboratorio avrà il compito di progettare e sviluppare soluzioni robotiche avanzate per la realizzazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture industriali nei settori idrico, energetico e ambientale.

Metta continua con la sua predica robotica sostenendo che “la robotica è una necessità”. D’altronde, migliorare il supporto alle infrastrutture critiche come quelle idriche non è un optional. Ma non è tutto: grazie ai robot “veloci ed efficienti”, in grado di operare dove il fattore umano sarebbe troppo rischioso, si risolverebbe anche il problema della penuria di manodopera qualificata, e si terrebbe al sicuro il personale umano.

In poche parole, eccoci di fronte a un universo dove i robot non solo costruiscono e monitorano, ma fanno anche i lavori sporchi, mentre noi possiamo dormire tranquilli. Il futuro “robotizzato” promessa da a.Quantum e IIT è ancor più interessante se si pensa che tutto questo movimento punta a una migliore automazione – e quindi efficienza – di settori fondamentali come acqua, energia e ambiente. Cui prodest? Sicuramente a chi odia il lavoro manuale, e ama le promesse di un futuro più efficiente, anche se poi l’implementazione effettiva rimane tutta un’avventura tecnologica e burocratica tutta da seguire.

La collaborazione tra il laboratorio congiunto di a.Quantum e l’Istituto Italiano di Tecnologia apre nuove frontiere nella robotica applicata alle infrastrutture, puntando su tre aree chiave: monitoraggio, costruzione e gestione dei rifiuti.

Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha spiegato che questa partnership nasce con l’obiettivo di sviluppare progetti congiunti che sfruttino la robotica per migliorare tre filoni fondamentali. Il primo riguarda il monitoraggio delle infrastrutture, con una serie di compiti già identificati ma ancora da ingegnerizzare in modo efficace. Il secondo interessa la robotica in cantiere, pensata per facilitare la costruzione delle infrastrutture. Infine, c’è l’area della gestione dei rifiuti, dove i robot possono innovare il processo di smistamento (“sorting”), contribuendo a rendere gli impianti più automatizzati e performanti.

Questa significativa collaborazione, formalizzata con un accordo triennale tra a.Quantum — società del gruppo Acea impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per il mercato non regolato — e l’IIT, centro di eccellenza della ricerca scientifica italiana, ha visto la nascita del Robotic Joint Lab. Questo laboratorio congiunto si dedicherà alla progettazione e allo sviluppo di soluzioni robotiche avanzate destinate alle infrastrutture industriali nei settori idrico, energetico e ambientale.

Metta non perde occasione per sottolineare quanto la robotica rappresenti “una vera necessità” per affrontare le sfide attuali. Il miglioramento del supporto alle infrastrutture critiche, come quelle idriche, è imprescindibile e urgente. Inoltre, con la nota sicumera di chi ha già fatto i compiti a casa, afferma che la robotica sopperirà alla cronica carenza di personale qualificato, con “robot veloci ed efficienti” in grado di operare in situazioni pericolose, garantendo così la sicurezza degli umani impegnati nei lavori più rischiosi.

In sintesi, un affascinante esempio di come la tecnologia possa, ancora una volta, promettere un

La collaborazione robotica tra a.Quantum e

L’unione tra a.Quantum e l’Istituto Italiano di Tecnologia è pronta a rivoluzionare la robotica per infrastrutture, svelando un piano tripartito che va dal monitoraggio alla costruzione fino alla rivoluzione del riciclo.

Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha dichiarato che il laboratorio congiunto nascerà per concretizzare una serie di progetti robotici in tre ambiti essenziali: il primo riguarda il monitoraggio delle infrastrutture con compiti già delineati ma da perfezionare; il secondo si concentra sull’uso di robot nel cantiere per agevolare la costruzione; il terzo mira a rivoluzionare la gestione dei rifiuti attraverso un robotico “sorting” che renderà gli impianti quasi completamente automatizzati.

Questo accordo triennale tra a.Quantum, società del Gruppo Acea impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per il mercato non regolato, e l’IIT, eccellenza italiana della ricerca scientifica e tecnologica, sancisce la nascita del Robotic Joint Lab. Il laboratorio avrà il compito di progettare e sviluppare soluzioni robotiche avanzate per la realizzazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture industriali nei settori idrico, energetico e ambientale.

Metta continua con la sua predica robotica sostenendo che “la robotica è una necessità”. D’altronde, migliorare il supporto alle infrastrutture critiche come quelle idriche non è un optional. Ma non è tutto: grazie ai robot “veloci ed efficienti”, in grado di operare dove il fattore umano sarebbe troppo rischioso, si risolverebbe anche il problema della penuria di manodopera qualificata, e si terrebbe al sicuro il personale umano.

In poche parole, eccoci di fronte a un universo dove i robot non solo costruiscono e monitorano, ma fanno anche i lavori sporchi, mentre noi possiamo dormire tranquilli. Il futuro “robotizzato” promessa da a.Quantum e IIT è ancor più interessante se si pensa che tutto questo movimento punta a una migliore automazione – e quindi efficienza – di settori fondamentali come acqua, energia e ambiente. Cui prodest? Sicuramente a chi odia il lavoro manuale, e ama le promesse di un futuro più efficiente, anche se poi l’implementazione effettiva rimane tutta un’avventura tecnologica e burocratica tutta da seguire.

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