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Petizione per la patente D1: finalmente il mare a disposizione dei sedicenni, perché che potrebbe mai andare storto?

È ufficiale: nasce la patente nautica D1, mia cara élite della navigazione! Finalmente, i giovani possono solcare le onde a motore già a 16 anni. Un sogno che si avvera, grazie all’instancabile Unasca, l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica, che esulta come se avesse scoperto la pietra filosofale. Dall’inizio di giugno, partono i corsi per prepararsi a questo straordinario traguardo, perché chi meglio degli adolescenti può interpretare il mare come un parco giochi? Sì, perché è risaputo che la maturità è solo una questione di fantasia!

Con la D1, questi audaci navigatori potranno esplorare le acque di giorno, il che è rassicurante, mi sembra, fino a 6 miglia dalla costa e su natanti fino a 10 metri di lunghezza. Così, possiamo serenamente affermare che un traguardo “navigato” si avvicina, purché ci si attenga ai motori fino a 115,6 cavalli. E chi non desidererebbe un motore così potente per crogiolarsi alla mercé delle onde? La Dottoressa Patrizia Scarchilli, Direttrice Generale per il Mare, il Trasporto Marittimo e le Vie d’Acqua Interne, ha firmato un decreto che rende tutto ciò possibile, completando una procedura che è stata più lunga di un viaggio in traghetto durante l’alta stagione.

Quindi, mentre attualmente è possibile navigare senza alcuna abilitazione con motori fino a 40,8 cavalli (ottima idea, non trovate?), la D1 si presenta come il nuovo must-have: accesso a natanti performanti per chi decide di impegnarsi, in un contesto dove l’impegno è una rarità! Alfredo Boenzi, Segretario Nazionale Autoscuole Unasca, non si tratta di un punto di vista, ma di una crociata per la formazione e la sicurezza dei diportisti. E non dimentichiamoci di Tommaso Boccanfuso, Responsabile Nazionale Scuole Nautiche Unasca, che si augura che questa patente possa attrarre i giovani. E perché no, insegnare a chi si spinge in mare senza preparazione la meravigliosa arte di navigare?

In fin dei conti, Unasca, che promuove la riforma dal 2019, si conferma la regina del rinnovamento nel panorama nautico italiano. Perché, diciamolo, chi meglio di un ente che sprona i giovani a prendere il mare, col rischio di un naufragio formativo, può dirsi innovatore? È un impegno concreto, certo, su formazione, sicurezza e accessibilità, tutto condito con un pizzico di irriverente audacia!

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