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Piemonte: la transizione ecologica è diventata un affare, con investimenti che sfiorano il raddoppio!

Nel 2024, il Gruppo A2A in Piemonte ha pensato bene di svenarsi, quasi raddoppiando gli investimenti rispetto all’anno precedente, portandoli a ben 32 milioni di euro. E chi non vorrebbe annunciare una bella cifra sotto i riflettori? Oggi abbiamo il piacere di gustarci le parole di Fulvio Roncari, il grande presidente e amministratore delegato di A2A Ambiente, che ha presentato la settima edizione del Bilancio di Sostenibilità Territoriale del Piemonte, con la grazia e l’emozione di un cabarettista in prima serata.
Roncari ha affermato con grande enfasi: “Accelerare la transizione ecologica significa investire nei territori…” Ah, la famosa transizione ecologica, un passaggio che sembra sempre più un contorto balletto di balletti e piani di sviluppo! Ma vediamo nel dettaglio: nel 2024, il valore economico generato si attesta a 187 milioni di euro, con un notevole incremento del 17% rispetto all’anno scorso. Chi può resistere a una progressione così esponenziale di cifre? Visivamente indicativo, vero?
Ed ecco, il polo di Cavaglià, che si trasforma in un avvenieristico hub per l’economia circolare: un posto dove l’artigianato del “conosciamo i nostri rifiuti” si associa a esotici progetti come Rebag, il quale promette di trasformare gli scarti in sacchetti e contenitori. Perché, si sa, nulla dice “eco-compatibile” come la plastica trasformata in… plastica! Un applauso per l’impegno, ma non dimentichiamo che la parola “circolare” qui suona più come un cerchio vizioso.
Sicuro, parlando di plastica, siamo già a 48.000 tonnellate di rifiuti valorizzati. Mentre sull’altro fronte, il centro di trattamento del vetro di Asti, ha finalmente ottenuto il proprio revamping, producendo 75.000 tonnellate di vetro “pronto al forno”. Un traguardo strepitoso, non c’è che dire. E il fotovoltaico installato ha addirittura generato 384 MWh di energia green. Che meraviglia! Ci possiamo quasi sentire meglio per le 172 tonnellate di CO2 risparmiate. Ma, vi domanderete… chi paga per tutto questo? La risposta è scontata: noi, cittadini di un mondo che cerca di mantenere il tutto in equilibrio.
A già, non possiamo dimenticare il piano di rinnovamento! Nuove dotazioni impiantistiche per il prossimo biennio; chi non sogna qualche aggiornamento tecnologico annuale? E come se non bastasse, ci sono ulteriori 30 GWh di energia rinnovabile da matrici agricole e zootecniche. Ma, dico io, che fine farà il tutto? Magari alimenteremo qualche nuovo gadget ecologico, chi lo sa?
Oh, e non dimentichiamo i fornitori! Sono 185, di cui oltre la metà micro o piccole imprese. Con 162 milioni di euro di ordini, ci sarà sicuramente un gran festeggiamento. Così possiamo concludere che questa è una vittoria per tutti, giusto? O forse è solo un modo per dimostrare che, nonostante tutto, ci si può sempre guadagnare dalla spazzatura. E, giusto per affermarlo, A2A ha pure ottenuto la certificazione Top Employers. Ma chi non vorrebbe un bel bollino sulla propria giacca in un mondo di chiacchiere?
Ah, che meraviglia sentire che il 100% delle assunzioni nel corso dell’anno è stato a tempo indeterminato! Davvero un colpo di genio, un passo da gigante verso il futuro, o forse solo un altro esempio di come si possano mascherare politiche aziendali con il luccichio del “lavoro stabile”. Nel frattempo, si potrebbero contare le ore di formazione, che sono ben 43 pro capite. Wow, così tante che ci si potrebbe quasi chiedere se siano un modo per chiudere i dipendenti in aula piuttosto che prepararli per la realtà.
Ma non è tutto, nel 2024 hanno avuto l’audacia di lanciare A2A Life Caring, un piano per supportare la genitorialità con investimenti che superano i 120 milioni di euro entro il 2035. Immaginate quanto possa sembrare allettante per un genitore… tra 12 anni! E non dimentichiamo il piano A2A Life Sharing, che ci assicura che i dipendenti possano sentirsi parte di un grande abbraccio aziendale. Perché chi non ama a partecipare in un’azienda che usa l’azzardo del “sentirsi parte” come testimonial?
In aggiunta a tutto ciò, il Gruppo ha rafforzato il suo impegno per le nuove generazioni, coinvolgendo oltre 7.500 tra studenti e docenti nella Regione. Sì, perché portare studenti nelle fabbriche è il modo migliore per farli entusiasmare riguardo alla transizione ecologica. E a proposito di entusiamo, ci sono state anche visite agli impianti e laboratori didattici, come quello di Chivasso, giusto per organizzare un bel tour delle sterili realtà industriali. Che fiore all’occhiello!»
Ah, e chi potrebbe dimenticare il famoso divulgatore Vincenzo Schettini? Con il suo format ‘La Fisica Che Ci Piace’, ci accompagna dolcemente in questo percorso di responsabilizzazione civica, come se parlare di energia fosse il nuovo reality show del momento. Ehi, chi non ama un approccio “partecipativo” che maschera l’assenza di veri cambiamenti?
Il cammino dei Forum Multistakeholder di A2A si rinnova ogni anno, un po’ come l’auto che non partirà mai. Continuiamo a promettere dialogo e ascolto, ma chi ci crede davvero? Per il 2025 sono previsti 14 tappe in Italia, presentando i Bilanci di Sostenibilità Territoriali. Ah, una festa della trasparenza, dove si analizzano le difficoltà della transizione sostenibile come se si stesse commentando una partita di calcio.
Ma non preoccupatevi, ci sarà un incontro a porte chiuse con i clienti e i fornitori, dove ci si siederà attorno al tavolo per discutere delle sfide ecologiche. Fascino e riservatezza, un’accoppiata vincente: perché mai dovremmo rendere pubbliche le nostre conversazioni sulle vere problematiche della sostenibilità? Presentare dati esclusivi sulla transizione sembra più un gesto di vanità aziendale che un impegno reale.
E dopo il Piemonte, il programma prevede di estendersi a diverse regioni, come se la sostenibilità fosse un buffet libero e l’istruzione potesse essere servita a pezzetti in ogni angolo del Paese. L’elenco delle regioni coinvolte, un vero tour de force che copre la Friuli Venezia Giulia, la Liguria, e la Campania, giusto per citarne alcune, suona più come una curiosità geografica che una strategia efficace. Quando si dice che “l’unità fa la forza”, in questo caso sembra più una corsa a chi finisce per ultimo!