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Politica finalmente d’accordo solo quando si tratta di farsene un vanto sulla sicurezza

Ecco il titolo completamente rielaborato: Come la sicurezza nei cantieri potrebbe diventare una battaglia bipartisan vera, ma probabilmente no Ora l’articolo intero rielaborato secondo le tue istruzioni:

Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, ha fatto il solito appello idealista da congresso politico mascherato da seminario tecnico. Ha dichiarato che, al netto delle solite alleanze di partito e soprattutto delle “bandiere politiche” (che per lui sono evidentemente fastidi da mettere da parte), il compito sacro del legislatore è quello di unirsi sotto la sacra bandiera della sicurezza nei cantieri. Come se tutto questo non fosse scontato o come se il Parlamento fosse un’accozzaglia di individui impegnati a disputare a chi non si preoccupa abbastanza.

Citazione imperdibile da manuale di retorica da quattro soldi: “E se anche solo un ragazzo o una ragazza riusciranno a dire no, in futuro, a rischi, percorsi non certificati o carichi sospesi”, si sarà raggiunto un traguardo da celebrare a festa. Così si scrive la storia, insomma, con il potere di un semplice diniego giovanile. Da brividi.

Il luogo di questo monologo? Il seminario “La cultura della sicurezza nei cantieri”, organizzato dall’ordine degli Ingegneri di Milano e dalla Consulta regionale (croil). Un incontro di quelli in cui tutti sembrano interessati, ma alla fine tutti si limitano a condividere frasi fatte e poi tornare alle loro scrivanie a far finta che qualcosa cambierà davvero.

Ma l’eroe della giornata non si accontenta di frasi fatte. Rizzetto ci parla anche della cosiddetta “Carta di Lorenzo”, un documento che ha il sapore di un presidio morale, ma soprattutto di un gesto politico ben studiato. La “Carta” prende il nome da Lorenzo Parelli, studente diciottenne tragicamente vittima di un incidente proprio nell’ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro, nel 2022.

Questa “Carta di Lorenzo”, siglata nel 2023 da una pletora di soggetti: famiglia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, scuole, imprese, sindacati e istituzioni varie (tanto per farsi belli con tutti) vuole proporsi come una rampa moralizzatrice verso un maggiore coinvolgimento dei giovani nei percorsi formativi aziendali previsti dal sistema educativo. Insomma, una specie di decalogo della buona coscienza corporativa che, pare, dovrebbe salvare vite e coscienze.

Il tutto è stato presentato (anche qui ci viene il sospetto di mera passerella) dall’onorevole Rizzetto alla Camera dei Deputati lo scorso anno, tra applausi di circostanza e inviti a un impegno comune che, da sempre, sembra restare più sulla carta che nei fatti concreti. Di certo la retorica non manca, ma qualcuno avrebbe bisogno anche di vedere qualche risultato tangibile e non solo di sentirsi parlare di nobili intenti sull’ennesimo palco istituzionale.

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